Cancellazione della cittadinanza per nascita negli Usa, le cause per bloccare la nuova legge di Trump

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Donald Trump
Donald Trump

WASHINGTON DC – Un giudice federale ascolterà il prossimo giovedì le prime argomentazioni di una causa volta a bloccare l’ordine esecutivo del presidente Donald Trump che pone fine alla garanzia costituzionale della cittadinanza americana in base allo Stato di immigrazione dei genitori. In sostanza i figli che nascono nel territorio statunitense da genitori immigrati non avrebbero diritto alla cittadinanza.

Il giudice distrettuale statunitense John Coughenour ha programmato la sessione per esaminare la richiesta di Arizona, Illinois, Oregon e Washington. Il caso è una delle cinque cause legali intentate da 22 stati e da diversi gruppi per i diritti degli immigrati in tutto il paese. Le cause includono testimonianze personali di procuratori generali che sono cittadini statunitensi per diritto di nascita e nominano donne incinte che hanno paura che i loro figli non possano più avere la possibilità di diventare cittadini statunitensi.

Si tratta di una norma che avrebbe un grosso impatto per l’America. Nel 2022 sono state registrate circa 255mila nascite di bambini con madri che vivevano illegalmente nel Paese. Gli Stati Uniti rientrano attualmente tra i circa 30 Paesi in cui viene concessa la cittadinanza per diritto di nascita. L’entrata in vigore della legge, firmata da Trump nel giorno del suo insediamento, è prevista il 19 febbraio.

Le cause legali contro questa nuova norma si sono anche appellate al XIV emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, ratificato nel 1868, che di fatto garantisce la cittadinanza alle persone nate nel territorio statunitense: “Tutte le persone nate o naturalizzate negli Stati Uniti e soggette alla loro giurisdizione sono cittadini degli Stati Uniti e dello Stato in cui risiedono”.

Secondo quanto riportato nell’ordinanza di Trump, i figli nati da cittadini che non sono statunitensi non sono soggetti alla giurisdizione degli Stati Uniti. Il presidente eletto ordina di fatto alle agenzie federali di non riconoscere la cittadinanza ai bambini che non hanno almeno un genitore che sia cittadino statunitense. L’ordine esecutivo di Trump ha spinto i procuratori generali a condividere i loro legami personali con la cittadinanza per diritto di nascita. Ad esempio, il procuratore generale del Connecticut William Tong, cittadino statunitense per diritto di nascita e primo procuratore generale eletto cinese, ha affermato che questa per lui è una causa personale: “Non c’è un dibattito legale legittimo su questa questione. Ma il fatto che Trump abbia completamente torto non gli impedirà di infliggere gravi danni in questo momento a famiglie americane come la mia”.

Una delle cause legali volte a bloccare l’ordine esecutivo include il caso di una donna incinta, identificata come “Carmen”, che non è una cittadina ma vive negli Stati Uniti da più di 15 anni e ha una domanda di visto in sospeso che potrebbe portare allo status di residenza permanente: “Privare i bambini del ‘tesoro inestimabile’ della cittadinanza è un grave danno – si legge nella causa -. Nega loro la piena appartenenza alla società statunitense a cui hanno diritto”.

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