Un neonomade, esploratore di frontiere fisiche e spirituali, deciso a percorrere un itinerario di volta in volta inventato dalla necessità e a compiere un percorso senza mappe: tale è il giovane protagonista di questo romanzo che, lasciata alle spalle la sua comoda vita a Boston, intraprende un viaggio sulle tracce di un padre che non ha mai conosciuto. Lungo le strade dei paesi che attraversa troverà invece ricordi e persone legati alla madre, morta quando era ancora bambino. Il Marocco, l’Egitto, Tel Aviv, Beirut, Istanbul, Mosca, Shanghai, Calcutta; ogni tappa porrà il protagonista di fronte alla violenza del mondo: Oriente contro Occidente, carnalità contro spiritualità, violenze palesi o segrete, e denaro in cambio di tutto. Con il suo procedere riuscirà infine a comporre dentro di sé una geografia della compassione. Ebreo e bisessuale, figlio di quella parte del mondo ricca e colta, egli compirà a caro prezzo la propria evoluzione, cercando di comprendere le ragioni del declino dell’Occidente di cui finisce per diventare disilluso ma lucido testimone.
“Il passeggero occidentale”, di Miro Silvera (Ed. Ponte alle Grazie, pp. 176, euro 14,00). “