Il primo marzo a Chiessi con Legambiente fino al piccolo Tibet elbano

0
510

Il nuovo appuntamento con le passeggiate invernali organizzate da Legambiente con la partecipazione di Acqua dell’Elba e Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano è Domenica primo marzo a Chiessi, con ritrovo alle 11,00 in Piazza della Chiesa. Questa volta il Cigno Verde isolano propone una passeggiata nel passato, alla scoperta dell’antica civiltà contadina elbana e dei suoi resti nascosti sulle colline che guardano il mare, la Corsica e Pianosa, percorrendo un sentiero regno delle martore e ancora segnato dalla secolare fatica di uomini e asini che hanno inciso salti di vigne e orti i fianchi e i dorsi delle montagne.
Firmata la liberatoria per i non soci di Legambiente, ci si inerpica per le scalinate che risalgono Chiessi e dopo aver abbandonato presto il piccolo nucleo abitato, ci si trova già immersi in una campagna aspra e selvatica che, al bivio per Monte San Bartolommeo, diventa sconosciuta ai più. Infatti, da lì comincia il sentiero che porta a quello che potremmo chiamare il piccolo Tibet dell’Elba: l’altipiano nascosto degli antichi magazzini del Capo e di Vignale.
Per arrivarci bisogna risalire il magnifico sentiero che corre lungo la valle del fosso di Chiessi, risalendo piano vecchie vigne, orti e piccoli frutteti abbandonati di recente, con la vista sul mare che si apre mentre la vallata si restringe fino a raggiungere ed attraversare il fosso.
Da qui inizia un’altra sorprendente salita, selciata per gli uomini e le bestie che almeno fino agli anni ’90 continuavano a risalirla per coltivare l’uva, una strada che mentre si dipana tra i muri a secco riporta, nel silenzio rotto solo dai belati dei mufloni e dal gracchiare della coppia di corvi imperiali padrona e guardiana di questi luoghi, indietro in una storia remota, scordata e che è arrivata a lambire il nostro ieri.
E in cima, passati tornanti e strapiombi aspettano, affacciati sulla montagna, i macei e il mare, i magazzini/casa/stalla che in pochi conoscono, con la sorpresa del più bello che qualcuno, con dedizione e fatica, sta ristrutturando. E’ un luogo di pace struggente, dove le vigne, scordati gli incendi, hanno ceduto il passo a una macchia mediterranea rigogliosa e fitta che si è mangiata il sentiero che congiungeva questi magazzini agli altri dal vicinissimo Capo, raggiungibili però con un altro percorso ad anello che parte dal ponte di Chiessi.
Dopo essersi fermati a rifocillarsi ed aver esplorato questi luoghi appartati sulle montagne di una storia contadina che è difficile trovare sui libri ma che ha lasciato incisi sui fianchi di granito dell’Elba i segni indelebili che tengono in equilibrio la terra che precipita verso il mare, si ridiscende piano verso Chiessi e il ritorno alla nuova civiltà che raramente alza gli occhi verso il suo passato.
La partecipazione è gratuita. Il percorso, mediamente impegnativo, richiede in tutto 4,30 ore fra andata, ritorno e soste. Sono obbligatori: pranzo al sacco, acqua, cappellino, pantaloni lunghi e scarpe adeguate.

Informazioni: 3398801478 – legambientearcipelago@gmail.com o sugli eventi Facebook di Legambiente Arcipelago Toscano

Articolo precedenteProsegue la paternership tra Grimaldi Lines e Blu Navy
Prossimo articoloGli albergatori elbani a Monaco di Baviera

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here