L’ultima operazione, in ordine di tempo, della Guardia di Finanza di Corigliano Calabro, con un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, a cui va il nostro riconoscimento, che ha smascherato un ingente giro d’affari finalizzato all’assunzione fittizia di braccianti agricoli rappresenta l’ennesimo episodio di macro-corruzione che va ad arricchire i pochi che con raggiri sono solo specialisti nel truccare le carte ed indurre in errore l’INPS . Lo sostiene, in una nota, il presidente di Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro. «Un’illegalità quasi con carattere di sistema – aggiunge – e che ogni volta che viene alle cronache assesta un colpo ferale al nostro sistema agroalimentare, sempre più impegnato in un grande sforzo di ammodernamento e competitività. Sono episodi da condannare senza riserva e un cancro da estirpare – aggiunge Molinaro – perché incrinano il rapporto di fiducia tra le vere imprese agricole e cooperazione sana e buona con i cittadini-consumatori. Questi perversi meccanismi truffaldini creano sleale concorrenza, danno un’immagine negativa e sbagliata della nostra regione, che pare proiettata solo all’imbroglio e all’assistenzialismo. Queste ormai frequenti indagini possono trovare un buon alleato nelle ultimi disposizioni della Legge di Bilancio 2018 che, dal 1 luglio 2018, impone che il pagamento delle retribuzioni dovrà avvenire esclusivamente mediante mezzi tracciabili e la firma della busta paga non costituirà più prova dell’avvenuto pagamento degli stipendi; insomma i datori di lavoro o committenti non potranno più corrispondere la retribuzione per mezzo di denaro contante direttamente al lavoratore, qualunque sia la tipologia di lavoro instaurato. Altro elemento che può essere considerato in via preventiva – aggiunge Molinaro – è il rafforzamento delle sedi periferiche degli Ispettorati del Lavoro che preventivamente devono verificare la titolarità del terreno e sminare i contratti di affitto fittizi che poi sono utilizzati in modo fraudolento non solo per le assunzioni fittizie ma anche per ottenere i premi comunitari. Un dato che salta agli occhi è quello riferito ai contratti di lavoro nella sola piana di Rosarno-Gioia Tauro, che è ad alta concentrazione di manodopera extracomunitaria, dove però complessivamente i rapporti di lavoro sono stati 25074 e di questi: 15173 braccianti calabresi, 3410 di extracomunitari e 6491 di comunitari. Dati che possono essere allargati anche ad altre realtà della nostra regione – conclude il presidente di Coldiretti Calabria – e che meritano di essere minuziosamente approfonditi e verificati vista la reale situazione di utilizzo di manodopera.