Successo della passeggiata dove c’erano i mulini e a San Lorenzo

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Erano in cinquanta le persone (di tutte l’età e provenienti da tutta l’Isola) che hanno preso parte alla passeggiata “Dove c’erano i mulini”, manifestazione organizzata da Legambiente Arcipelago Toscano e da Pro Loco di Marciana Marina e dall’ “Acqua dell’Elba”. Il gruppo è partito dal Moletto del Pesce marinese, per poi districarsi fra le viuzze paesane alla scoperta di luoghi ignoti ai più, stradine che portano al piccolo borgo del Toro e poi all’Ontanelli e a Ruotone, dove esisteva fino al dopoguerra un mulino e un pastificio. Ma la vera scoperta per molti è iniziata scendendo verso il piccolo borgo di Capitella, dove il fosso di Marciana (che i marinesi chiamano del Toro) scorre tra briglie e cascate naturali, sfiorando due grandi ed antichi mulini trasformati in case. Entrati nel Comune di Marciana, ecco un altro mulino ancora intatto, con una vasca di carico di qualche centinaio di metri quadri, quasi ancora piastrellata di mattoni, con le opere idrauliche ancora visibili. Un gioiello nascosto e conosciuto da pochi, che era sommerso dai rovi e che è stato recuperato grazie all’impegno del nuovo proprietario. Ma le scoperte non sono finite qui. In un folto bosco di lecci, i passeggiatori hanno raggiunto i resti di un altro mulino trasformato in abitazione che domina un tratto di uviale che scorre tra alberi ricoperti di muschio verde e precipita in una forra spettacolare. E’ l’ultimo mulino raggiungibile da tutti, da qui comincia l’antico e non più frequentato percorso che risaliva una valle ancora punteggiata dai resti di forse 20 mulini, ma che è pane solo per gente esperta e in grado di affrontare percorsi rischiosi e scivolosi che si aprono su cascate e laghetti spettacolari dove un tempo si pescavano le anguille, un percorso perduto che, hanno fatto notare in molti, in qualsiasi altro Paese diventerebbe un elemento di attrazione turistica e naturalistica. Fortunatamente l’associazione Pedalta sta progettando di rendere nuovamente raggiungibili i resti di uno dei più spettacolari mulini, quasi in cima a questa vallata verde e mormorante. Poi tornati sui loro passi, i trekkers slow hanno raggiunto la strada che riporta alla Chiesa romanica di San Lorenzo lungo un percorso ritrovato, riaperto e ripulito da Legambiente Arcipelago Toscano che si inoltra in un bosco di lecci colossali nati su terrazzamenti antichissimi. Un’ultima e breve erta segnata da stretti scalini tra un salto e l’altro per raggiungere la magnificenza e il mistero della Chiesa di San Lorenzo, sconosciuta ai più nonostante si erga da quasi un millennio a pochi metri dalla strada provinciale della Civillina. Un posto magico che, tra uno stuzzichino e l’altro dell’aperitivo a base di vino DOC offerto da Legambiente, ha suscitato progetti e curiosità che potrebbero concretizzarsi grazie a sinergie tra i Comuni di Marciana e Marciana Marina, le associazioni, la Pro Loco marinese e i privati. Vedremo.Intanto tutti hanno detto che un posto così andrebbe segnalato e valorizzato meglio e che è incredibile che non sia stato inserito nel Parco Nazionale il cui confine passa a 30 metri in linea d’aria.

Il ritorno, tutto in discesa, è stato più facile, ma anche qui non sono mancate le scoperte di posti sconosciuti alla gran parte degli elbani, come la frazione agricola marinese della Tezzia, le stradine tra i muri che portano alla Marina e un centro storico marinese che riserva numerose sorprese non viste da occhi e passi frettolosi.
Come ha detto uno che di Elba se ne intende, Antonio Arrighi, «Convinto di conoscere pressoché tutta questa stupenda nostra isola, ogni volta vengo smentito… grazie a tutti per la compagnia».
E Gaudenzio Coltelli aggiunge. «Grazie innanzi tutto per il bel lavoro di riscoperta e pulizia di un sentiero DOC, per la stupenda organizzazione della giornata e poi per avermi fatto ricordare la vita di mio nonno (prima scalpellino e poi mugnaio)». Legambiente conclude. «passeggiata Dove c’erano i mulini, da Marciana Marina a San Lorenzo passando per un’Elba nascosta e meravigliosa. É stato bello, siamo stati bene. Grazie a tutti. Alla prossima».

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