Il mondo della cultura e dellâarte è in lutto per la morte di Italo Bolano (84 anni), morto ieri mattina nella sua casa di Prato, assistito amorevolmente dalla sua compagna Alessandra Ribaldone, dopo una lunga malattia. La notizia si è diffusa, nella tarda mattinata di ieri e non câè elbano che non si sia rattristato della grave perdita del professore di Storia dellâArte. Lui stesso artista ed espositore nelle gallerie piĂš famose che ha il merito di aver portato in tutto il mondo il nome della sua Isola. Rapporto viscerale con lâElba. Di vero trasporto dâamore, quasi uterino con la sua amata Isola dalla quale non si è mai staccato. Sono i suoi colori, le sue pietre, il suo mare a formare quel perfetto insieme che ha fatto di un uomo dallâeccezionale, raffinata e fuori del comune sensibilitĂ , un Artista a tutto tondo. Ă naturale che oggi lâIsola si pieghi su se stessa. Ne pianga la sua morte. Aveva un sogno, Italo. Non si faceva scappare occasione per parlarne in ogni iniziativa di carattere culturale che veniva promossa e organizzata a Portoferraio e non solo. Voleva che gli enti locali accogliessero la sua idea-guida, convinto comâera che solo la Bellezza, come si sente ripetere in giro, è in grado di salvare il mondo. Il âMuseo Internazionale dâArte Moderna Italo Bolanoâ, la sua stella polare che lâha guidato negli ultimi anni di vita. Aveva anche scelto la location, il Forte Falcone. E il primo passo fu compiuto nel 2017 con lâinaugurazione di due stanze. Un piccolo mattoncino, al quale sarebbe seguiti tanti altri. Aveva intenzione di regalare tutte le sue opere al Comune; tutte le collezioni, le raccolte di artisti di tutto il mondo che aveva messo insieme durante la vita. PerchĂŠ lâArte e di converso gli Artisti sono eterni. E la âsuaâ CittĂ diventare il prezioso contenitore, lo scrigno di tesori dâinestimabile valore. âLa mia vita è stata difficile fin dalla mia infanzia â ha registrato sui social in occasione dellâennesimo incontro avuto con gli studenti del Foresi, presso questa scuola aveva conseguito la maturitĂ classica â Mio padre era disoccupato e si faceva fatica a tirare avanti. A San Martino câera un terreno abbandonato. La famiglia avrebbe avuto bisogno di venderlo, io invece mi misi a costruire delle capanne e in una cantina cominciai a ricevere i primi grandi artisti che venivano a conoscere lâElbaâ. Ă il 1965 e quel posto, nella valle di San Martino a poca distanza dalla âCasa di campagnaâ di Napoleone Bonaparte, diverrĂ lâ âOpen Air Museumâ che sarĂ battezzato come âInternational Art Centerâ, dandogli una connotazione al di sopra dei confini locali o nazionale, ma guardando allâEuropa. E non solo. In questo storico ambiente, ogni estate, Italo Bolano ha sempre organizzato eventi culturali, mostre, incontri-dibattito e conferenze. Ospiti di primissimo ordine, nomi famosi dell’arte e della cultura. Un luogo bucolico, in mezzo alla campagna immersi nel verde e tra la frescura delle piante per incontrarsi, parlare dâarte, discutere in unâatmosfera fuori dal tempo. Intanto la Regione Toscana inserĂŹ il Centro Museo di San Martino nella rete regionale per l’arte contemporanea (Tra Art). CosĂŹ, fin dagli anni â70 dallâOpen Air Museum sono usciti i monumenti che oggi costituiscono il Museo Diffuso dellâIsola dâElba, un complesso di opere distribuite su tutti gli otto comuni dellâIsola, un ideale itinerario storico-culturale che esalta il patrimonio dâarte moderna sullâIsola lasciando un segno di questa nostra complessa civiltĂ degli anni 2000 rivolto in particolar modo alle nuove generazioni. Forte la sua amicizia che lo legò al poeta Mario Luzi che veniva spesso a trovarlo sullâIsola. Una perfetta combinazione chimica tra la poesia con i suoni delle parole e la pittura che invece tramette i âcolori dellâanimaâ. Non câè paese allâElba che non abbia unâopera del maestro. Fino a quando lo hanno sorretto le forze, il Centro Museo ha ospitato eventi culturali i piĂš vari. Ă stato creato anche un reparto riservato ai laboratori di ceramica, teatro all’aperto e bookshop. Negli ultimi periodi Italo Bolano ha permesso di far realizzare agli studenti un laboratorio di ceramica veloce Raku in sole due ore. Era lâoccasione per portarsi a casa ciò che ognuno dei ragazzi aveva realizzato. Un ricordo di una giornata eccezionale vissuta e condivisa, per alcune ore, con il maestro. Unâopera da conservare. Per sempre. Immortale.