Bere fino a stordirsi o binge drinking favorito dai miscugli con gli energy drink.

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Da Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” riceviamo e pubblichiamo

Sono tra le bevande alcoliche più consumate delle ultime estati. Sono un miscuglio a base di energy drink, in particolare la famigerata “Red Bull”, alcol, soprattutto vodka e ghiaccio.
Non c’è pub, discoteca o luogo di ritrovo di giovani dove non si assista a vere e proprie maratone di bevute di queste bevande.

Per carità, sono tutte legali, ma il mix prolungato e qualche bicchiere di troppo sono causa di sbornie indimenticabili e purtroppo anche di incidenti per chi si mette alla guida sotto il loro effetto.

Infatti, non è più solo un’ipotesi, quella secondo cui l’alto tasso di caffeina contenuto negli energy drink provochi all’individuo già sotto effetto di alcol, un’apparente sensazione di sobrietà che può condurlo a compiere azioni impegnative, senza rendersi conto che le proprie capacità di reazione e valutazione sono inevitabilmente alterate. Quanti, infatti, si mettono alla guida convinti di stare “a posto”!

Perché effettivamente, secondo quanto sostengono numerosi giovani intervistati che le bevono abitualmente, ingurgitando questi miscugli si ha una maggiore facilità di bere più bicchieri anche perché la sensazione di stordimento è apparentemente offuscata dalle altre sostanze contenute nelle “bevande energetiche”.

Secondo Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” poiché è pressoché impossibile vietare la vendita di tali prodotti e quindi proibire i mix tra alcol e energy drink, è assolutamente necessario e improrogabile che sia introdotto per legge l’obbligo d’indicare sulle lattine ed etichette di questi prodotti alcune indicazioni ed avvertimenti tipo quello di non miscelarli con l’alcol sulla falsariga di quanto già avviene in altri Paesi europei, come la Francia dove è da tempo inserito l’obbligo di mettere delle avvertenze speciali quali ad esempio il divieto di somministrazione alle donne incinte e a persone che hanno avuto attacchi cardiaci.

Giovanni D’AGATA

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