L’ Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna e l’ applicazione di nuova tecnica con gli ultrasuoni per la cura dei tumori ossei, la Cinti commenta

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Londra – Due importanti notizie riguardano l’ Istituto ortopedico Rizzoli, conosciuto in tutta Italia per la cura dei tumori ossei: la prima è l’ inaugurazione della ristrutturazione dell’ ospedale con significativo ampliamento dell’ area che lo ospita, la seconda è l’ applicazione della Focused ultrasound surgery, altrimenti denominata FUS, ovvero un tipo di chirurgia mirata attraverso ultrasuoni focalizzati.

Il costo di tale tecnologia è stato di circa un milione e 250mila euro, ma soprattutto, a livello nazionale di essa dispongono soltanto una decina di strutture. Quel che risulta innovativo è che la FUS verrà utilizzata su un tessuto duro come l’ osso, mentre sinora, come spiega il Direttore scientifico dello Ior Francesco Manzoli, ha interessato soltanto i tessuti molli colpiti da patologie tumorali. Nulla di invasivo dunque, solo un fascio di raggi protratto per alcuni secondi e niente tagli; al contrario sarà mantenuta la continuità anatomica dei tessuti e i tessuti circostanti non verranno danneggiati.

Luana Cinti, esponente dell’ Italia Dei Diritti e vice responsabile per l’ Emilia Romagna in merito commenta: ” Un nuovo importante traguardo della chirurgia, un risultato che merita di trovare ampie opportunità di applicazione, ma anche risorse che continuino a sostenerne lo sviluppo e il perfezionamento, e premino l’ impegno di tutti coloro che hanno reso possibile il raggiungimento di un obiettivo di tale portata. Si è aperto uno scenario di cura e di miglioramento complessivo delle condizioni di salute dei pazienti affetti da tumori ossei di diversa tipologia, con la speranza che a tali significativi risultati ne seguano altri, a favore dell’ intera collettività. Come si apprende anche attraverso i media, l’ Istituto Rizzoli di Bologna, che come sappiamo rappresenta un punto di riferimento nel panorama nazionale per ciò che concerne le patologie e i traumi ossei, richiama un utenza costituita per il 60% da persone provenienti da altre Regioni, pertanto siamo di fronte ad un risultato doppiamente positivo e promettente. Le energie e i fondi necessari all’ applicazione della FUS hanno trovato terreno fertile di impiego e sono stati costruttivamente investiti per il bene comune e per aprire la strada a nuove e sempre più efficaci sperimentazioni nel settore. Insieme a questo, il fatto che l’ intera struttura abbia da poco ultimato una rilevante opera di ristrutturazione e significativo ampliamento con introduzione di nuovi macchinari, non fà che accompagnare e arricchire di significato ciò che la nuova tecnologia FUS rappresenterà d’ ora in avanti per tanti pazienti”.

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