“Siamo determinati a continuare le nostre operazioni di protezioni della popolo”. Così il segretario della Nato Anders Fogh Rasmussen, conferma il prolungamento della missione in Libia.
Iniziata il diciannove marzo scorso con i bombardamenti di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti, l’obiettivo è il ritiro di Gheddafi. In questo periodo, gli unici mezzi di intervento sono stati i raid aerei. Ad unirsi alle tre nazioni anche Qatar e Italia. Fra i paesi contrari, Germania, Cina e Russia. Al ventisei maggio, si calcolano settecento diciotto civili morti nelle esplosioni aeree. “Da parte nostra insisteremo a rispettare-continua Raasmussen- la risoluzione 1970”.
Dal gennaio scorso, come i paesi confinanti nordafricani, anche la Libia è stato di rivolta. Dopo le quotidiane manifestazioni contro il Colonnello, i ribelli hanno iniziato a combattere le milizie. Misurata, Bengasi e Ras Lanuf le località di affermazione di questa lotta. Di recente è nato il Consiglio di transizione, che insieme a Marocco e Tunisia beneficerà di ingenti somme dei paesi del G8. Gheddafi comunque non si da per vinto.
La missione durerà quindi fini alla fine di settembre, per ora con l’ausilio anche di elicotteri. Il regno del terrore-conclude Anders Fogh Rasmussen- è sulla via della fine.