Soffrono le autostrade del nord-ovest, troppi ponti fuori uso

0
527

Quella “scarsa lingua di Terra che orla il mare” e aggancia il centro Italia alla Francia è sotto shock: dopo il tragico crollo del ponte Morandi nel 2018 a Genova, le criticità delle autostrade del nord ovest si moltiplicano. Riguardano Liguria e Piemonte ma investono un’area molto vasta, d’importanza strategica europea.

Tagliata all’altezza di Altare la Torino-Savona

Il viadotto “Madonna del Monte” della A6 Torino-Savona, andato giù in prossimità di Altare, complica il traffico pesante fra il porto di Savona e il nord Europa. Questo mentre si scoprono criticità che obbligano un traffico a flusso rallentato sulla A 26 Genova-Gravellona. E non va meglio fra Genova e Milano dove la sola autostrada pienamente operativa è rimasta la A7 Genova-Serravalle.

Per l’Ingegner Paolo Costa, vice-presidente dell’Ordine degli ingegneri di Genova, la soluzione per evitare questo scenario anche in futuro sta in una buona manutenzione, cosa che decenni fa non veniva adeguatamente programmata. Inoltre il calcestruzzo veniva considerato un materiale eterno. La sua invenzione risale a metà del XIX secolo ( nel tempo è diventato il materiale da costruzione più diffuso nei paesi moderni: consente acrobazie architettoniche ritenute fino a poco tempo fa irrealizzabili come grandi dighe e ponti, n.d.r).

Assoluzione per la Torino-Savona

Per Costa l’ultimo incidente sulla Torino-Savona non mette in causa la struttura che questa volta non poteva che cedere. Contro i piloni del viadotto è piombata una massa enorme di materiale che non poteva non falciarli.

La sofferenza di Genova

Assorbito il colpo del Morandi adesso la Liguria e Genova devono affrontare altre insidiose criticità date dalla riduzione del traffico veicolare sull’ A26 dove sono stati individuati tratti a rischio. Delle tre autostrade che dalla Riviera salgono verso Lombardia e Piemonte resta aperta a piena capacità solo la A7 che è l’asse autostradale più vecchio d’Italia con un tracciato per giunta contorto nel tratto appenninico.

(ANSA) – GENOVA, 26 NOV – “Penso che i porti di Genova e Savona non si siano mai trovati in una situazione così drammatica. Veniamo da un anno difficile con il crollo di Ponte Morandi che però è stato un evento a cui abbiamo reagito aprendo diverse soluzioni gestionali e infrastrutturali: adesso in 80 ore ci siamo trovati, rispetto alle 3 grandi autostrade che legano i porti di Genova e Savona con il Nord, con due interdette e chiuse e la terza, la più vecchia di tutte, a sopportare tutto il traffico del sistema portuale”. Il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini è alle prese con una situazione difficilissima per entrambi gli scali di Genova e Savona e sottolinea “deve essere chiaro a tutti che la Milano-Serravalle non potrebbe mai servire i volumi di traffico di Genova e Savona”. I porti sono isolati. “Per certi aspetti è isolata la Pianura Padana – rilancia Signorini – ricordiamoci che noi serviamo il 65% del commercio extra Ue della Lombardia, l’82% del commercio extra Ue del Piemonte, vuol dire che il collegamento di queste regioni con tantissimi mercati di approvvigionamento è la Liguria, quindi l’isolamento, dal punto di vista commerciale, è perlomeno duale, per noi e per loro”. Il primo colpo per i traffici del porto è già quantificabile: “In tutta la mattinata abbiamo ricevuto il 30% in meno delle merci rispetto all’ordinario – dice Signorini -. Ovvio con la A26 chiusa, la A7 congestionata e l’A6 chiusa. Poi con la riapertura parziale dell’A26 il traffico recupera, ma lo sta facendo con grandi ritardi nei tempi di percorrenza delle merci. Questi sono i ritardi, ma poi ci sono i costi per le aziende”.

Articolo precedentePolemiche per i 13 militari francesi morti: “Presenza militare necessaria in Mali”
Prossimo articoloMalta: delitto Caruana Galizia; proteste contro il Premier Muscat

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here