Attacchi contro obiettivi Usa da oltre due mesi
Due attacchi quasi simultanei hanno preso di mira sabato sera la zona verde di Baghdad e una base aerea che ospita militari statunitensi.
Due tiri di mortaio si sono abbattuti nelle Zona verde, dove ha sede l’ambasciata americana, stando a quanto riferito dai responsabili della sicurezza della zona stessa.
Gli attacchi arrivano proprio mentre sono in viaggio verso il Medio Oriente i primi rinforzi militari voluti per proteggere diplomatici, funzionari e militari stessi dal sentimento anti americano che si è inasprito dopo l’attentato costato la vita al generale Qassem Soleimani.
Gli appelli alla vendetta si moltiplicano nelle ultime ore e gli americani ritengono ormai da mesi che i gruppi armati filo iraniani e filo iracheni costituiscano una minaccia peggiore dei jihadisti dello Stato islamico.
Dalla fine di ottobre si sono verificati 13 attacchi contro centri d’interesse americano in Iraq, un americanoè riamsto ucciso su una base di un centro petrolifero. Nessuno di questi attacchi è stato rivendicato, ma Washington punta il dito contro le Forze di Mobilitazione Popolare.
Rinforzi militari Usa in Medio Oriente
Questo mentre 700 militari americani sono in viaggio verso il Medio Oriente.
L’esercito degli Stati Uniti rinforzerà i propri contingenti di stanza nella regione, inviando circa 3.500 militari da schierarsi essenzialmente in Iraq, in Kuwait .
L’invio di nuove truppe è stato sollecitato in risposta alle minacce provenienti dalla regione in seguito al
Intanto oltre Atlantico sono state organizzate manifestazioni di protesta contro il raid di venerdì in oltre 70 città. Centinaia di persone si sono radunate davanti alla Casa Bianca, dove ha preso la parola anche l’attrice-attivista Jane Fonda, e a New York davanti alla Trump Tower e a Times Square.
Gran parte delle iniziative, da Chicago a Los Angeles, sono sponsorizzate da Answer Coalition, la popolare organizzazione pacifista nata dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. “Via dall’Iraq e dal Medio Oriente” e “Basta “.
Il capo della diplomazia europea, Joseo Borrel, parlando con il ministro iraniano Mohammad Javad Zarif, ha chiesto una desescalation.