Pianosa, un radar difende le aree marine protette

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Un puntino celeste si avvicina alla linea rossa che circonda il perimetro dell’isola di Pianosa. Pochi secondi dopo, alla velocità di 14 nodi, come riporta la scheda identiuficativa del mezzo, il puntino transita oltre la linea e scatta l’allarme. E’ solo una dimostrazione ma è così che, d’ora in avanti, la Capitaneria terrà sotto controllo i confini della riserva marina.
Se quel puntino, anziché una motovedetta della Capitaneria, inviata sul posto appositamente per dimostrare il funzionamento del nuovo radar installato a Pianosa, fosse stato un peschereccio, sarebbero subito scattati i controlli della guardia costiera e le sanzioni per i trasgressori. Per loro difficilmente sarebbe possibile negare lo sconfinamento: il radar registra ogni spostamento ed è in grado di identificare le imbarcazioni in navigazione tra l’Elba, Pianosa e Montecristo. Il nuovo strumento, da tempo operativo se pure in fase sperimentale, con oggi entra ufficialmente in funzione. E a celebrare l’evento non solo il Paro e la Capitaneria ma i rappresentanti degli enti e delle forze dell’ordine di tutta l’Elba.
Due gli obiettivi del radar: salvaguardare l’ambiente e vigilare sulla sicurezza in mare. A finanziarlo è stato il Parco – con circa 200mila euro – ma a gestirlo sarà la Capitaneria che potrà identificare e fermare con maggiore facilità chi non rispetta i confini della riserva. Non solo quella di Pianosa ma anche quella di Montecristo «dato che il radar – spiega il comandante della Capitaneria, Nerio Busdraghi – è in grado di controllare per tre quarti circa anche la riserva marina intorno a quest’isola». «E’ il primo strumento di questo tipo in Italia – aggiunge l’ammiraglio Dell’Anna, direttore marittimo della Toscana – che di fatto ha una funzione anti-intrusione con il duplice obbiettivo di prevenire le violazioni e se necessario reprimerle». A Pianosa è stata realizzata una prima centrale operativa che consente al personale della Capitaneria di controllare le rilevazioni del radar. Un’operazione che può essere fatta anche da Portoferraio da dove si possono seguire gli spostamenti delle imbarcazioni nell’Arcipelago. «Il radar ha un importante valore simbolico – spiega il presidente del Parco, Mario Tozzi – dimostra che là dove ci sono riserve marine c’è anche un controllo puntale contro le infrazioni, a cominciare dalla pesca illegale». E a proposito di Pianosa aggiunge: «l’isola a terra è in evidente stato di degrado. Mancano le risorse per intervenire ma come Parco non siamo contrari a dare il via a un recupero a scopi turistici delle strutture dell’isola. Non vogliamo speculazioni, ma l’ipotesi di piccole strutture ricettive, di un albergo diffuso credo sia praticabile».
Valentina Landucci

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