Firenze – I cantuccini toscani si confermano un prodotto dalle grandi potenzialità commerciali.
Più volte si è parlato di questo biscotto come dell’ambasciatore del Made in Tuscany.
E i numeri del 2019, diffusi in margine all’Assemblea dei soci di oggi, lo confermano. La produzione certificata è passata da 2.036 tonnellate del 2018 a 2.300 tonnellate nel 2019 con un incremento del 12,9%. Il merito di questo risultato è da attribuirsi in egual misura al buon andamento dei consumi nazionali e di quelli esteri, attestati intorno al 37% della produzione complessiva. Ma quali sono le prospettive dopo Covid-19?
Per il Presidente Giovanni Belli “i cantuccini toscani sono tra i prodotti regionali più internazionalizzati. Il valore al consumo supera i 41 milioni di euro e una parte importante del fatturato è realizzato sui mercati mondiali. La nostra preoccupazione principale riguarda proprio la domanda estera. In tanti paesi duramente colpiti dalla pandemia, i consumi di beni d’importazione sono in contrazione. Parallelamente il turismo dall’estero verso l’Italia e la Toscana è fortemente rallentato e il circolo virtuoso turismo-esportazioni, che alimenta i consumi di prodotti tipici a forte identità territoriale, rischia di bloccarsi. I danni possono essere incalcolabili per tutto il Made in Tuscany agroalimentare a forte vocazione esportatrice. Le eccellenze dolciarie soffriranno così come quelle vitivinicole. Siamo nella stessa situazione”.
“Vediamo un’unica strategia possibile per contrastare questa crisi. Puntare con decisione sulla promozione nei mercati esteri, per non perdere le posizioni che abbiamo conquistato con grandi sforzi nel corso degli anni. Purtroppo in questo momento mancano proprio gli strumenti più adatti per realizzare questa operazione: non ci sono incentivi per promuovere all’estero la Toscana e le sue DOP e IGP tramite campagne digitali sui social. Le Associazioni di Promozione e i Consorzi di Tutela potrebbero fare tanto per sostenere i consumi dei prodotti tipici utilizzando le nuove tecnologie ma i bandi sono rimasti fermi ai tempi pre-Covid: incentivi all’apertura di show room e partecipazione a fiere. Il mondo però nel frattempo è cambiato e non tornerà più lo stesso. Il digitale e il commercio elettronico sono ormai la quarta gamba della distribuzione: il canale più dinamico e l’unico in forte crescita. Chiediamo alle istituzioni regionali un grande sforzo su questi cambiamenti e la messa a punto di strumenti che possano aiutarci a cavalcarli”.
“Senza le nuove tecnologie e un’adeguata presenza in rete rischiamo di perdere il contatto non soltanto con i consumatori esteri ma anche con una quota significativa di quelli nazionali. Mi riferisco ai nostri giovani, le cui preferenze e i cui gusti sono sempre più mediati da internet”.