Genova – Non e’ così comune, per la popolazione , considerare i vari rischi per la salute ai quali possono incorrere i nostri militari.
Generalmente si può solo provare preoccupazione quando devono partecipare ad azioni in territori non sicuri o con guerre in corso.
L’ Italia è l’ unico paese ad aver approfondito lo studio e le precauzioni per i militari considerando lo stress psicofisico il contatto con uranio o altri composti.
In realtà il Personale militare è esposto a più sostanze ambientali cotaminanti, in grado di causare varie patologie.
Essi si ritrovano, ad esempio, nel vapore delcarburante, nei prodotti di combustione, in ionizzanti o radiazioni inquinati ambientali.
Spesso il personale Militare ha esposizioni a sostanze molto diverse da quelle delle industrie che respira la maggior parte della popolazione.
I rischi sono variabili e vanno ricondotti ai tempi di effettiva esposizione presentati.
Sarebbe importante applicare un’osservazione costante di monitoraggio sulla persona , considerando i valori del sangue, urine, respiro, saliva.
Studiare i vari sintomi nella persona, valutando, le possibili patologie presenti in precedenza.
Esistono studi accurati che , minuziosamente, hanno analizzato le cause agenti su varie patologie, poiché il Corpo Militare subisce esposizioni a più diversi inquinanti ambientali.
Negli ultimi dieci anni ,seri studi hanno valutato le esposizioni , controllando valori dei biomarcatori nel monitoraggio ambientale e biologico con riferimenti a dati epidemiologici e esposizione personale.
Ci sono, a volte, discordanze nei risultati per mancanza di dati reali:esempio per i dati riguardanti i veterani esposti allo zolfo,alle radiazioni ionizzanti , all’uranio.
Nonche’ al carburante dei jet.
Anche i risultati dei biomarcatori non sempre sono esatti, poiché ottenuti da inquinanti nel presente.
Principalmente sarebbe stata considerevole l’analisi di causa-effetto studiando il risultato dell’i terazione tra inquinanti ed esordio delle patologie.
Gli studi dei Prof. Bolognesi, Lemaster e Poirier hanno approfondito la realtà del danno al DNA e suoi correlati.
Criticamente si osserva la mancanza di possibili confronti tra i diversi gruppi di militari, arrivando a sottovalutare l’attuale numero degli esposti.
È auspicabile un incisivo controllo sullo stato di salute dei militari nelle varie esposizioni come:per l’ effetto dei fumi di olio,possibile causa di cancro al polmone o l’ esposizione agli erbicidi, come avvenuto per i soldati impegnati in guerra in Vietnam.
Nella mancanza di grandi confronti dei dati vi sono dubbi su effetti verificatisi, ad esempio, per 981 militari schierati in Iraq nel 2004-2005.
Gli effetti avversi di generici inquinanti ambientali si rilevano principalmete su persone fragili e vulnerabili.
Mentre qualche volta può accadere si verifichi un adattamento dell’organismo alla sfida inquinante.
Si può concludere affermando che i Militari sono esposti a qualità diverse di inquinanti potenziale causa di patologie.
Ciò dovrebbe indurre all’aumento di controlli e confronti atti alla prevenzione, di basilare importanza, integrando ricerche di epidemiologia e biomarcatori.
Consulenza Prof Alberto Izzotti prof Dipartimento medicina e Igiene Policlinico s. Martino Genova
Luisa Costa