Terza età e disabili: a rischio il personale

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Senza risorse e misure economiche del Governo – da stanziare nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – è a rischio l’assistenza nelle strutture sociosanitarie fin ora garantita alle fasce più deboli, come gli anziani e i disabili. Ciò vale sia a livello nazionale, sia in Emilia-Romagna che a Bologna. A lanciare l’allarme è il presidente regionale ANASTE dott. Gianluigi Pirazzoli nella veste di presidente della Fondazione Sant’Anna e Santa Caterina ma anche di vicepresidente nazionale dell’Associazione rappresentativa delle strutture per la terza età.

La questione preoccupa il settore fino al punto che l’ANASTE – insieme a numerose altre associazioni rappresentative del mondo residenziale e sanitario – lo scorso 29 marzo ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro della Salute.  Nella lettera vengono chieste misure urgenti e insieme la predisposizione di misure specifiche nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, necessarie per continuare a dare cure e assistenza sociosanitaria.

Qui è possibile leggere la lettera firmata da ACOP, AGESPI, AIOP, ANASTE, ANFFAS, ANSDIPP, ARIS, CONFAPI, CONFCOOPERATIVE Sanità e Federsolidarietà, LEGACOOSOCIALI, UNEBA e UNINDUSTRIA.

Queste le dichiarazioni del dott. Pirazzoli, presidente ANASTE Emilia-Romagna:

“Mi sento di poter rappresentare un grave problema che sta riscontrando il maggior numero di strutture residenziali e semiresidenziali appartenenti all’ANASTE Emilia-Romagna. Le nostre tariffe sono ferme da più di 10 anni, come abbiamo riportato nel documento sottoscritto collegialmente, mentre è inarrestabile l’aumento dei costi per via della pandemia e adesso anche a causa della guerra. Se persisterà l’attuale “inerzia” del sistema regolatorio pubblico sugli adeguamenti tariffari, i nostri operatori del settore non saranno più in grado di erogare la continuità assistenziale agli anziani e disabili ai quali è necessario garantire trattamenti dignitosi e qualificati.

Ci troviamo attualmente nell’impossibilità di coprire i correnti costi di gestione e di procedere ai rinnovi contrattuali. Come per i contratti della Sanità Pubblica occorre dare adeguata copertura ai contratti di lavoro del personale che lavora per il SSN nel settore sociosanitario ed extraospedaliero. Vorrei precisare che la pandemia ci ha mostrato come il nostro settore sia essenziale per il Welfare del Paese e che quest’ultimo non potrebbe farcela a reggersi senza il supporto delle strutture sociosanitarie. Ci auguriamo che il nostro appello venga raccolto e che il governo possa dare risposte concrete e rapide”.

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