D’Agata, ricordo di un pugile

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“L’idea di questo documentario nasce da una musica. Il zompettare delicato e suadente di un pezzo ritrovato di Johann Sebastian Bach”. Sono queste le parole che usa per raccontare il suo lavoro, Giacomo Giannecchini, il registra e produttore del documentario sulla vita del pugile Mario D’agata, che sarà presentato in anteprima assoluta sabato 18 aprile alle ore 11, ad Arezzo, nella Sala dei Grandi della Provincia. Il film, che racconta la straordinaria storia del “mutino” di Arezzo, è stato realizzato negli scorsi mesi, con il sostegno economico della Provincia di Arezzo, quale ideale continuazione del lavoro avviato con la celebrazione del 50° anniversario della conquista del titolo mondiale da parte di Mario D’agata, che la Provincia promosse nel giugno del 2006. “Venne naturale abbinare quella musica – prosegue Giannecchini – ai saltelli di un pugile. La storia doveva essere un racconto di una vita passata tra gli attrezzi sportivi, qualcosa che però andasse oltre la competizione sportiva fine a se stessa; doveva raccontare la vita attraverso gli occhi di un pugile, in buona sintesi doveva narrare una storia che fosse a larghi tratti universale, e che fosse spunto per riflessioni importanti”. Era la storia di Mario D’agata. In circa un’ora, facendo anche ricorso alle rare immagini d’epoca, recuperate presso l’Istituto Luce, il documentario ricostruisce la vicenda del pugile aretino, che seppe superare il suo handicap fino a divenire il primo pugile italiano a conquistare la corona di campione del mondo in Italia. Sono passati 53 anni da quella serata dell’estate 1956, quando l’Italia intera tifò per D’Agata, che strappò il titolo al francese Cohen. Una serata che è rimasta nella storia del pugilato. Sabato mattina, il documentario sarà mostrato nella sua versione integrale, in attesa che la casa di produzione ne avvii la distribuzione attraverso canali nazionali. L’ingresso è libero e tutti gli aretini sono invitati a partecipare.

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