Rapporto annuale BCE. Spiragli di fiducia per il 2016

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Londra- Strenua difesa dell’efficacia della politica monetaria. È stato questo il messaggio che la Banca Centrale Europea (BCE) ha voluto mandare agli investitori, pubblici e privati, e all’opinione pubblica del vecchio continente, nel rapporto annuale dell’Eurotower pubblicato pochi giorni fa.

L’istituzione di Francoforte ha riconosciuto che i tassi di interesse negativi possono ridurre la redditività delle banche, ma sottolinea anche che “non si devono perdere di vista gli effetti benefici compensativi associati ai programmi di Quantitative Easing e agli altri strumenti di politica monetaria” messi in atto per ripristinare la fiducia e rilanciare l’economia europea.

Secondo il board diretto da Mario Draghi, il 2015 è stato un anno segnato dalla ripresa per l’economia della zona euro, con un evidente rafforzamento della fiducia dei consumatori. Non è un caso, infatti, che la crescita degli ultimi 12 mesi sia stata sostenuta dalla domanda interna, che ha sostituito quella esterna. Allo stesso tempo la maggiore liquidità messa in circolo inizia a fluire nelle vene di un malandato sistema bancario (soprattutto attraverso l’acquisto di grosse quantità di debito pubblico e privato), con effetti positivi sui bilanci delle banche, dal momento che migliora la qualità degli asset e si riducono le esigenze di provisioning.

Perfino l’occupazione ha ritrovato il segno positivo, nonostante le situazioni critiche di Spagna e Grecia, mentre la paura di una situazione deflazionista si è completamente dissipata. Le conseguenze del discorso di Draghi non si sono fatte attendere, con un rafforzamento dell’euro sulle altre valute di riferimento (Dollaro, Franco svizzero, Sterlina, ecc.), come venivano annunciando i segnali Forex da qualche tempo a questa parte.

Skerdian Meta, capo del dipartamento di analisi globale di Strategiaforex.it, concorda sul nuovo programma di quantitative easing (QE). “La banca centrale avrebbe dovuto avviare questo programma molto tempo fa, quando la FED americana e la Bank of England hanno iniziato i loro rispettivi programmi. Dopo aver iniziato il quantitative easing, le economie europee si stanno leggermente riprendendo dal punto di vista economico”. L’euro si è deprezzato pesantemente da quando è stato annunciato il programma di quantitative easing, questo aiuta le esportazioni europee ad essere competitive sui mercati internazionali. Alcuni dei segnali di trading pubblicati da Strategiaforex.it durante questo periodo indicavano di vendere EUR/USD, che appunto indica l’approccio ribassista di Meta e l’analisi del dipartimento riguardo il futuro andamento dell’Euro.

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OBIETTIVO: FAR SALIRE L’INFLAZIONE A TUTTI I COSTI
Tuttavia, nel suo rapporto, il BCE non nasconde i punti critici che devono affrontare tutti i governi della moneta unica, a partire dall’inflazione, che ha fatto segnare un preoccupante segno negativo. Ed è stato proprio l’obiettivo di rafforzare la fiducia di consumatori e imprenditori, con il conseguente aumento della spesa e delle assunzioni, la “stella polare” che ha guidato l’azione del banchiere italiano, nonostante le forti obiezioni mosse dal settore più favorevole all’austerity e a chiudere i cordoni della borsa.

Tra questi si è sempre contraddistinto per particolere veemenza Wolfang Schauble, ministro delle Finanze del governo di Angela Merkel. L’economista tedesco negli ultimi giorni ha addirittura affermato che buona parte del recente successo del partito euroscettico e xenofobo tedesco Alternative für Deutschland (AfD) è da attribuire alla politica economica del banchiere italiano. Tuttavia, proprio il presidente della Bundesbank e membro del board, Jens Weidmann, ha difeso l’indipendenza della BCE dalle pressioni dei politici tedeschi. Draghi stesso ha giustificato più volte il proprio operato ricordando il mandato del BCE, che è quello di per stimolare la ripresa e contribuire attivamente affinché l’inflazione si stabilizzi a livelli inferiori, ma prossimi, al 2%.

A marzo la BCE ha infatti abbassato ulteriormente il costo del denaro per le banche, portandolo al 0% e aumentando gli oneri di deposito ad un tasso negativo del 0,40%. Nella relazione, Draghi ha sottolineato che questo tipo di “azione decisa” si è resa indispensabile a causa del rischio di un’inflazione troppa bassa- o addirittura negativa – durante troppo tempo. Secondo gli esperti della BCE, senza il programma di acquisto di asset -incluso il pacchetto approvato a dicembre scorso- l’inflazione avrebbe segnato un segno ‘meno’ ancor più accentuato, anche a causa del crollo del prezzo del petrolio sul mercato internazionale.

UNO SPIRAGLIO DI SPERANZA PER IL 2016

Mario Draghi ha tuttavia voluto far intravedere uno spiraglio di speranza per quanto riguarda il 2016.

Non ha nascosto che bisognerà affrontare una profonda incertezza sulle prospettive economiche globali e la persistenza di forze deflazionistiche, ma ha tuttavia ribadito l’impegno di lavorare per rendere più solida la fiducia dei cittadini europei.

Il banchiere ha affermato che le sfide economiche in atto richiedono una politica monetaria ancora più espansiva e per questo motivo, nel marzo scorso, il Consiglio direttivo ha deciso di estendere il programma di acquisti di debito, sia in termini di volume – ora gli acquisti mensili sono di 80 miliardi di euro- che di composizione, ampliandolo alle obbligazioni societarie. Per avere un’idea dello sforzo della BCE, basti pensare che fino ad esso Francoforte ha acquistato titoli di debito per un valore superiore ai 650 miliardi di euro.

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