Erano circa 2mila i manifestanti che mercoledì si sono radunati di fronte al Parlamento ungherese, a Budapest, per protestare contro la nuova legge che porta da 250 a 400 le ore di straordinario che i datori di lavoro possono discrezionalmente richiedere ai dipendenti. Il pagamento degli extra, per giunta, potrà avvenire entro tre anni, contro i 12 mesi in vigore finora.
“Oggi – ha detto al nostro corrispondente Miklòs Hanjal, lportavoce del movimento “Momentum” – il parlamento ha praticamente messo l’ultimo chiodo sulla bara democrazia: questo è davvero l’ultimo passo verso la creazione di uno stato a partito unico“.
Per far approvare quella che è subito stata ribattezzata “legge sulla schiavitù“, il premier Viktor Orbansi è avvalso della sua maggioranza schiacciante, pari a due terzi dei seggi, polverizzando ogni obiezione da parte di un’opposizione sempre più impotente.
I manifestanti, arrivati in parlamento immediatamente dopo l’approvazione, hanno gridato al tradimento da parte del Primo ministro; che dal canto suo si trova oggi a guidare un paese in grave deficit di forza lavoro. All’Ungheria servirebbero attualmente almeno 90mila lavoratori in più, dal momento che – per sfuggire a tutele e salari in costante calo – chiunque sia in possesso di un titolo di studio spendibile e conosca una o due lingue straniere preferisce migrare altrove.