Sale a 40 morti in quattro giorni di scontri il bilancio dei disordini in corso nel centro e nel sud dell’Iraq nel contesto delle proteste contro il carovita. Secondo media iracheni nelle ultime ore altre 9 persone sono morte in seguito alle ferite riportate. La maggior parte delle vittime sono manifestanti e attivisti
“La promessa del primo ministro è di imbrogliare la gente, e oggi ci sparano addosso. Oggi era una protesta pacifica. Sono state erette barricate, ma il cecchino aveva preso posto già dalla notte scorsa”, dice un manifestante. Il capo del governo Adel Abdul-Mahdi ha di nuovo chiesto ai manifestanti di far ritorno alle loro case, assicurando di aver udito le loro richieste. Ma solo in pochi hanno seguito il suo consiglio.
Intanto, mentre a Najaf in un clima di rabbia e di tensione, si sono svolti i funerali di tre delle vittime degli scontri, la massima autorità religiosa sciita, l’ayatollah Ali Sistani, si è espresso oggi a favore delle proteste popolari contro il carovita e la corruzione e ha fortemente criticato le autorità politiche e la polizia per la gestione repressiva delle manifestazioni.