Napoli, protesta dei lavoratori Whirpool

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Whirlpool, l’ira dell’operaia: “Passi avanti, basta chiacchiere”

Dura contestazione all’uscita dal tavolo Whirlpool al Mise per i tre segretari generali di Fim, Fiom e a Uilm, Bentivogli, Re David e Palombella da parte di un piccolo gruppo di lavoratori mentre illustravano agli operai del sito di Napoli in presidio l’esito dell’incontro. Calci, spinte e sputi verso i sindacalisti al grido di “venduti venduti” soprattutto all’indirizzo del leader Fim, Marco Bentivogli. L’intervento delle forze dell’ordine ha evitato che la situazione degenerasse. Un operaio si è sentito male ed è caduto in terra, è stata chiamata un’ambulanza per soccorrerlo.

“Vanno sempre isolati i violenti – ha affermato il leader della Fim, Marco Bentivogli – che sono una esigua minoranza. Trovo comprensibile la rabbia di questi lavoratori che hanno avuto per mesi le rassicurazioni da un ministro che li ha ingannati e illusi per poi cambiare discastero. E’ normale: finite le campagne elettorali certi politicanti spariscano dopo aver fatto danni e che chi ci mette la faccia anche nei momenti difficili di trasforma in un bersaglio perche’ siamo gli unici a non scappare dalle nostre responsabilita’”.

Sciopero in tutti gli stabilimenti

“E’ una situazione assolutamente inaccettabile” ha detto Bentivogli commentando  l’esito del tavolo. Parlando ai lavoratori venuti da Napoli fuori il ministero il leader dei metalmeccanici della Cisl ha dichiarato che “bisogna partire non dividendosi tra lavoratori ma costruendo una risposta forte nei confronti dell’azienda. A partire da domani scioperi in tutti gli stabilimenti del gruppo”. “Per noi – ha proseguito – l’azienda ha sbagliato strategia industriale, prodotti e investimenti. Ha confermato che questi errori porteranno ingiustamente al ridimensionamento del gruppo. Entro metà febbraio bisogna riaprire il confronto ma su basi nuove e utili ad assicurare un ripensamento di Whirlpool sugli errori che sta facendo nel nostro paese. Servono garanzie per Napoli e per tutto il gruppo”.

Whirlpool, gli operai in presidio a Roma: “Vogliamo le lavatrici”

Per Bentivogli,”la tregua conquistata dalla mobilitazione dei lavoratori fino a marzo ad oggi è stata sciupata in tempo perso e tavoli tecnici che non hanno prodotto soluzioni che garantiscano la continuità produttiva da parte di Whirlpool a Napoli e la conferma degli investimenti in tutto il Gruppo. Di fatto siamo tornato indietro di 3 mesi. Abbiamo chiesto di retrocedere da questa posizione arrivando a fine anno. L’azienda ha accettato di proseguire la continuità produttiva fino al 31 ottobre 2020″, continua il capo della Fim Cisl.

Da domani partiranno le assemblee dei lavoratori del gruppo Whirlpool per lanciare lo sciopero di 8 ore in tutti i siti produttivi e per decidere le prossime iniziative di lotta. Lo dichiara Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil, al termine dell’incontro al mise.  Per la Fiom l’accordo siglato con il Governo è ancora valido e vincolante. La discussione non riguarda solo Napoli ma tutto il gruppo Whirlpool. “L’azienda, come altre multinazionali – dichiara la sindacalista – non può decidere di strappare gli accordi firmati con il Governo e le organizzazioni sindacali e di andare a produrre e fare profitti altrove. Il Governo si è dimostrato inadeguato, in quanto ha detto che non ha gli strumenti per impedire a Whirlpool di lasciare Napoli. L’azienda ha spostato la scadenza della fine della produzione di lavatrici a Napoli dal 31 marzo al 31 ottobre 2020, ma ha ribadito la volonta’ di andarsene nel 2021. In queste condizioni – conclude – riteniamo non sia credibile neppure il rispetto dell’accordo negli altri stabilimenti del gruppo”.

“L’incontro di oggi non ci soddisfa. Il Governo finora non è stato capace ne’ di garantire il rispetto dell’accordo del 2018 ne’ di costringere l’azienda a continuare a produrre nel sito di Napoli”. Lo dice Rocco Palombella (Uilm), che continua: “I prossimi mesi saranno decisivi per il futuro dei 400 lavoratori di Napoli e metteremo in campo ogni azione unitariamente, insieme a Fim e Fiom, in tutti gli stabilimenti italiani del Gruppo per chiedere garanzie sul futuro occupazionale di tutti i 5mila dipendenti italiani”. “Siamo contrari- aggiunge- a ogni progetto di reindustrializzazione del sito napoletano perche’ gia’ conosciamo quello che stanno vivendo da anni i lavoratori di Teverola, Embraco, Alcoa e tanti altri. Vogliamo una soluzione che garantisca occupazione e lavoro, non ammortizzatori sociali”. “Continueremo a stare al fianco dei lavoratori di Napoli- conclude Palombella- e chiederemo quotidianamente al Governo di non perdere piu’ tempo e di trovare al piu’ presto una soluzione risolutiva che possa garantire nel breve e lungo periodo la produzione e l’occupazione per tutti i lavoratori napoletani”.

La ricerca di investitori

Dopo una lunga e complicata trattativa e un pomeriggio convulso con gli operai in piazza, l’azienda, così fa sapere il ministro Patuanelli, ha acconsentito a mantenere la produzione fino al 31 ottobre. Invitalia è già alla ricerca per conto del governo di un nuovo soggetto che subentri alla multinazionale americana. E’ quanto emerso finora al tavolo presieduto dal ministro Stefano Patuanelli. L’obiettivo è quello di arrivare alla selezione finale di un possibile investitore a luglio 2020.

Intanto  Invitalia, sotto il mandato del Mise, è alla ricerca di soluzioni industriali che “consentano di salvaguardare la ripresa dell’attività produttiva allo stabilimento Whirlpool di Napoli e l’impiego delle professionalità disponibili”. Le condizioni poste sono: presentazione di un piano industriale “credibile” che prospetti cioè una ripresa delle attività produttive e solidità della compagine societaria, capacità finanziaria e competenze del management.

Partendo a febbraio con la sigla di un’intesa (Nda) con Whirlpool, l’avvio di predisposizione di una data room e di un preliminary investment memorandum; quindi la definizione di una lista di potenziali target, la successiva verifica e ricezione di manifestazioni di interesse preliminare non vincolante, successivamente lo svolgimento della due diligence e la ricezione di proposte “vincolanti”. Tutto ciò per arrivare alla selezione finale a luglio 2020.

Gli operai sono stati in presidio all’esterno. “Napoli non molla, Napoli non molla” hanno scandito. Patuanelli “ha confermato il massimo impegno del Governo a trovare una soluzione definitiva per supportare la continuità produttiva dello stabilimento e salvaguardare i lavoratori, anche attraverso gli strumenti già messi a disposizione e tutti gli altri che potranno essere individuati”.

Le reazioni

“Da questo momento si rompono le relazioni sindacali con l’azienda – dichiara Rosario Rappa, segretario generale Fiom-Cgil Napoli – Se il Governo non prende una posizione forte, la vicenda Whirlpool diventa una questione di ordine pubblico. Se il 31 marzo cesserà la produzione di lavatrici e non sarà prospettata una soluzione concreta, a Napoli scoppierà una bomba sociale. L’unica possibilità è che il Governo costringa Whirlpool a mantenere le produzioni di lavatrici a Napoli così come previsto dall’accordo del 2018. Qualora oggi non si dovesse ottenere tale risultato sarà necessario riportare la vertenza alla Presidenza del Consiglio”.”L’incontro è andato male. Ora ci vogliono l’audacia, il coraggio e l’iniziativa del Governo perché nessuno si aspettava che Whirlpool potesse cambiare idea” ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, commentando l’esito dell’incontro al Mise sulla vertenza Whirlpool dove per conto dell’amministrazione c’era l’assessore al Lavoro, Monica Buonanno. ”Ora dobbiamo utilizzare al meglio questo tempo – ha aggiunto – Comune e Città metropolitana hanno dato la loro disponibilità, così come i sindacati e i lavoratori, disponibilità che deve dare anche la Regione Campania, ma è il Governo che deve indicare la strada per uscire da questa empasse. Noi – ha concluso – lotteremo fino alla fine”.

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