L’immagine di Antonio Gramsci con la mascherina campeggia su una parete di Ballao, piccolo comune del Gerrei, sud Sardegna. Chicco Frongia, farmacista del paese, è intervenuto sul murale che ritrae il politico e intellettuale sardo coprendo bocca e naso con un telo di cotone bianco a mo’ di dispositivo di protezione individuale dal contagio del coronavirus. Un gesto che assume due significati. “Da un lato è un richiamo simbolico da parte di questa grande figura al senso di responsabilità – spiega Frongia – dall’altro un gesto per tenere viva la memoria e ricordare che non è la prima volta che ad Antonio Gramsci viene messo il bavaglio, perché per il regime fascista questo cervello doveva smettere di funzionare”.
Il murale è stato realizzato da un artista di Ballao, Francesco Argiolu, su idea dello stesso Frongia, che ha messo a disposizione la parete a fianco alla farmacia in occasione degli ottant’anni dalla scomparsa di Gramsci. Ritrae il bel paesaggio di Ballao con le sue colline e in mezzo il fiume Flumendosa, sovrastato dall’immagine del pensatore sardo. Più una scritta che ripropone un pensiero gramsciano, “che rimanda ai paesi del Gerrei a valle delle dighe, privati della grande risorsa del Flumendosa”, racconta Frongia.
“Dovete immaginarvi la Sardegna come un campo fertile e ubertoso la cui fertilità è alimentata da una vena d’acqua che parte da un monte lontano – si legge nel murale – Improvvisamente la fertilità del campo è scomparsa. Voi cercate la causa di questa sciagura, ma non la troverete se non arrivate a scoprire che lontano parecchi chilometri un malvagio o un egoista ha tagliato la vena dell’acqua che alimentava la fertilità ubertosa del vostro campo”.