Mass media: chi più ne ha, più ne metta

0
1358

Lo ZOOM di Tommaso Soldi

 

I mass media  sono ormai il principale mezzo di comunicazione e informazione. Appunto, dovrebbero essere strumenti per comunicare qualcosa. Ciò che spesso è difficile trasmettere attraverso una conferenza o un’assemblea pubblica, spesso risulta facile cambiandone la forma. Quindi, tornando indietro nel tempo, vediamo come la tragedia e la commedia greca avessero una funzione “paideutica”, ovvero educativa. Così per la letteratura classica. Ogni forma di arte sembrava essere portatrice di un proprio significato.

Quando infatti la televisione, il cinema ed internet non c’erano, teatro, letteratura, pittura e scultura erano i mezzi per comunicare qualcosa.  In una società trasmettere dei valori è essenziale per garantire un’armonia e un equilibrio sociale. In passato, dunque, l’artista, l’attore o il letterato aveva una propria valenza pubblica. Nell’era  di internet e delle telecomunicazioni sembra che certi obiettivi siano stati persi di vista. Partendo dalla televisione e arrivando al libro stampato e  al cinema ci accorgiamo quanto le varie forme dei mass media non siano volte a trasmettere dei contenuti, piuttosto a “incassare” più denaro possibile. Così, quando esce un film, la prima analisi non è incentrata sul significato del film stesso, bensì sul botteghino. Tutta forma e apparenza, insomma, ma di contenuto non ne vediamo traccia!

E se un tempo andavano di moda i Promessi Sposi di Manzoni, la Divina Commedia di Dante Alighieri e i testi di filosofia, oggi invece i reality show, i libri di fantascienza, i romanzi erotici e i film horror sono quelli che tirano di più. Viene naturale farsi una domanda: se in passato gli autori importanti cercavano, ognuno a proprio modo, di esaltare l’importanza dello stato, di rilevare i problemi di una società o di criticare situazioni negative, oggi, gli autori di questi libri, di questi film e di questa televisione, quale messaggio rivolgono a noi pubblico? Certamente emerge un dato: poco importa l’oggetto della propria “opera d’arte”, l’importante è che faccia successo. E se prima i veri artisti morivano dopo una vita trascorsa modestamente, altri invece senza ricchezze, ma creavano capolavori che rimarranno eterni nel patrimonio culturale dei popoli, oggi, attori e scrittori navigano nell’oro ma le loro creazioni non portano quel tratto indelebile che caratterizza la vera arte.

Negli ultimi anni poi è andato a crescere, nello spettatore, l’interesse per il macabro. Ogni anno escono decine di film horror, privi di alcun senso, davanti ai quali il pubblico reagisce in modo singolare: non se ne perde mai uno di questi film! E più ne girano e più incassano. Risultato? Nella società attuale è stato normalizzato il senso del terrore e dell’orrido a tal punto che i ragazzi delle scuole medie vanno a vedere questi generi di film, come dicono loro, “per farsi due risate”. Certo è che suona strano, poi, quando nelle famiglie bastano problemi economici o lavorativi e accadano stragi di ogni genere. Figli che uccidono i genitori o viceversa. Piccole liti tra studenti e qualcuno tira fuori un coltello. Oppure sempre più giovani che spacciano droga o trascorrono il loro venerdì sera tra alcool e stupefacenti. Indubbiamente non è imputabile tutto a questo genere di film ma sicuramente qualche responsabilità è evidente. D’altronde, quando si guarda ai soldi da guadagnare ma non ai contenuti che si vuole trasmettere, i risultati sono quelli. Novità del mese poi è l’uscita del porno in 3D. Si
commenta da solo.

Interessante poi è vedere come in questi mezzi di comunicazione ci sia un crescendo disinnamoramento delle Istituzioni. Tutte. Così, con un’estrema leggerezza, su questo tema, viene presentata una vasta gamma di prodotti.  Partendo da “il Divo, la spettacolare vita di Giulio Andreotti” e arrivando a “Habemus Papam” di Nanni Moretti. Film, insomma, che di valori non ne presentano alcuno e l’unico oggetto in questione è il ridicolizzare situazioni e persone all’unico scopo di fare scalpore. Divertente è vedere come molta gente, dopo la visione dei medesimi film, prenda in considerazione certi temi facendone motivo di riflessione. Probabilmente se qualcuno facesse un lungometraggio sugli asini che volano ci sarebbe chi alzerebbe la testa, ogni tanto, per cercare di avvistarne qualcuno. È davvero curioso.

Tra i mass media non possiamo trascurare i giornali. Anch’essi, nonostante dovrebbero essere lo strumento per eccellenza di informazione e comunicazione, oggi risultano essere il terreno fertile per la battaglia eterna dei partiti politici. Invece di riportare le notizie con oggettività, ogni giornalista appartenente alle varie testate nazionali ci mette qualcosa di suo e riguardo ad un fatto preciso, a seconda del giornale in questione, ci sono le più svariate interpretazioni. Sarebbe interessante capire come un lettore può informarsi veramente e non indottrinarsi in base a quello che fa comodo a qualcuno. Vale per tutti e per nessuno ma se compriamo un giornale di centro sinistra sembra che questo Governo sia il male supremo dell’Italia, se ne acquistiamo uno di centro destra sembra che questo Governo sia l’unica salvezza del nostro Paese. Ognuno dice la sua, ognuno ha ragione, tutti sono meglio di chi gli sta davanti. Intanto i problemi reali del Paese rimangono e nessuno ci pensa seriamente. L’eccellenza, poi, dei giornali attuali, è quella degli scandali. Basta quel tanto per creare una prima pagina da scoop e creare non pochi grattacapi ai soggetti in questione, poi, tanto, quando la verità verrà fuori, sarà tutto risolto ma le vendite, intanto, non hanno subito danni.

Di mass media ne abbiamo tanti ma quei contenuti preziosi che accrescano la nostra persona sono ormai diventati una rarità. Saranno forse i botteghini a salvare l’economia internazionale?

Tommaso Soldi

http://www.facebook.com/pages/Lo-ZOOM-di-Tommaso-Soldi/129014003838500

Articolo precedenteSiria, continuano gli scontri
Prossimo articoloIntervento italiano in Libia, governo diviso. Napolitano: “Non potevamo restare indifferenti”. Emergency abbandona: “È un massacro”

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here