Dalla Svizzera, il “robo-ragno” manutentore che si arrampica ovunque

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Può arrampicarsi su superfici totalmente lisce e verticali. È stato ideato da scienziati europei per ispezionare e riparare siti industriali in ambienti remoti e difficili. È, in estrema sintesi, uno dei dispositivi più precisi ed affidabili al mondo nel campo della riparazione industrale: un robot dotato di cingoli che esegue lavori di precisione su superfici fino a ieri inaccessibili a una macchina,

Per saperne di più siamo andati al Supsi (Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana), in Svizzera meridionale, nei cui laboratori di robotica il prototipo è stato concepito

Robustezza e operatività

Il robot è stato sviluppato da ricercatori in robotica, cinetica, dinamica e meccatronica, nonché da ingegneri di software e computer vision_,_ che lo hanno progettato per spostarsi avanti e indietro e ruotare su superfici metalliche in siti come piattaforme petrolifere o scafi di navi.

“L’aspetto principale – spiega Anna Valente, docente di Robotica industriale alla facoltà di Scienze applicate dell’Università della Svizzera meridionale – è declinare la robustezza del robot con la sua capacità di operare in in condizioni difficili, complesse e rischiose. E quindi avere una piattaforma in grado di operare in un intervallo di temperatura davvero rilevante, compreso tra -20ºC e + 35ºC . Il robot deve resistere all’acqua, al sale, al vento. Deve essere una struttura assolutamente solida”.

Il prototipo può arrampicarsi su superfici estremamente scivolose perché si muove come un veicolo cingolato. E’ dotato di due nastri di gomma tenuti a contatto con la superficie grazie ad un sistema di adesione sottovuoto.

Prestazioni di livello “umano”

“La sfida principale – spiega Diego Gitardi, ingegnere meccanico al Supsi – era progettare un sistema di adesione che fosse in grado di garantire la tenuta verticale del peso stesso del robot e allo stesso tempo di muoversi. Ma dovevamo assicurarci che il robot fosse in grado di mantenere le superfici verticali anche durante i lavori di riparazione”.

Il dispositivo è stato programmato per identificare la corrosione, pulirla e riparare la superficie sfregiata spruzzando uno strato di leghe di alluminio.

“Il robot – continua Valente – è in grado di compiere operazioni articolate e complesse, attualmente eseguite manualmente da operatori umani; i quali però, quando operano in queste circostanze, devono affrontare rischi importanti per la salute e la sicurezza”.

Innovazione al femminile

Il progetto ha trovato grande risalto in occasione dell’Innovation radar prize, dove di recente sono state presentate le ultime novità europee in materia di ricerca e innovazione. Vedendosi riconosciuta la strategia di mercato vicente e l’innovatività del progetto, il team di Anna Valente ha ricevuto il Premioper l‘innovazione “a guida femminile”.

L’iniziativa è sostenuta dalla Commissione europea per aiutare gli innovatori a realizzare il loro potenziale.

“In Europa – spiega Signe Ratso, vice direttrice del Direttorato generale per la Ricerca e l’innovazione – abbiamo eccellenza scientifica. Siamo solo il 7% della popolazione mondiale ma copriamo il 20% dei finanziamenti per la ricerca e l’innovazione e un terzo delle pubblicazioni d’eccellenza nel mondo. Dove non siamo ancora così bravi è nel portare questi risultati scientifici dai laboratori al mercato. E questo è un aspetto che stiamo affrontando ora con i Fondi europei per l’innovazione che istituiremo con il nuovo programma di inquadramento Horizon Europe”.

Dal canto loro, i ricercatori dicono di avere già alcune idee per conquistare mercato con il loro progetto.

“La logistica navale – conclude Anna Valente – è per noi un segmento di mercato strategico. Il robot può essere utilizzato anche in siti offshore, sia su piattaforme petrolifere e a gas che su turbine eoliche. Questa tecnologia potrebbe essere applicata anche nel settore aerospaziale”.

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