Merkel ad Auschwitz: “Responsabilità tutta tedesca”

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“Vergogna profonda, ma il silenzio non è una risposta”

“Il ricordo dei crimini nazisti è indissociabile dalla nostra identità. Una profonda vergogna a cui non si può però rispondere con il silenzio”. Pesano come macigni e non fuggono le responsabilità le parole di Angela Merkel ad Auschwitz. Primo cancelliere tedesco in visita nel lager simbolo della Shoah da quasi 25 anni, alla presenza del premier polacco Mateusz Morawiecki ha anzi sottolineato la totale responsabilità della Germania.

Merkel e la responsabilità: “Campo tedesco, gestito da tedeschi. Importante chiamare i responsabili per nome”

“Auschwitz era un campo di concentramento tedesco e gestito da tedeschi – ha ricordato Merkel, sottolineando come la Polonia fosse all’epoca stata annessa dalla Germania nazista -. E’ importante sottolineare questo dato di fatto. E’ importante chiamare per nome i responsabili e riconoscere a noi stessi e alla vittime che i responsabili siamo noi tedeschi. Stiamo vivendo un razzismo preoccupante, una intolleranza crescente, un’ondata di crimini d’odio. E stiamo vivendo anche un attacco ai valori fondamentali della democrazia liberale e un pericoloso revisionismo storico al servizio dell’ostracismo nei confronti di particolari gruppi sociali”.

Oltre un milione, quasi tutte di religione ebraica, le persone uccise nel lager fra il 1940 e il 1945: numeri – ha ricordato ancora la cancelliera – dietro a cui si nascondono altrettanti storie e vite che non vanno dimenticati. La visita di Angela Merkel interviene poco più di un mese prima di nuove celebrazioni che riporteranno l’attenzione sul campo di Auschwitz: la sua liberazione da parte dei russi il 27 gennaio 1945, di cui presto ricorrerà il 75° anniversario.

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