Il mondo piange la scomparsa di Kobe Bryant: con la fitta nebbia l’aereo non sarebbe mai dovuto partire

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Kobe Bryant aveva sempre amato gli spostamenti in elicottero e quando giocava per i Lakers usava il suo Sikorsky S-76B per trasferirsi dalla sua villa di Newport Beach fino allo Staples Center di Los Angeles: lo stesso modello a bordo del quale viaggiava ieri al momento dello schianto alle porte di Los Angeles, a Calabasas.

L’incidente è avvenuto intorno alle 10 del mattino, forse a causa della fitta nebbia. Con lui è morta anche la figlia tredicenne, Gianna, ed ad altre sette persone, compreso il pilota. La National Transportation Safety Board (Ntsb) ha inviato un team per valutare tutte le circostanze, a partire dalla fitta nebbia (con una umidità del 100%) che aveva indotto il dipartimento di polizia di Los Angeles a lasciare a terra i suoi elicotteri.

Le condizoni meteo non rispettavano gli standard minimi per volare. Ma gli investigatori intendono valutare anche la documentazione sulla manutenzione dell’elicottero, del 1991, quanti passeggeri poteva portare, l’esperienza del pilota.

Sotto la lente di ingrandimento anche il proprietario e l’operatore del velivolo. Prima di schiantarsi al suolo, l’elicottero viaggiava ad una velocità di quasi 300 km orari. Lo riportano i dati di Flightradar24, secondo cui il mezzo è sceso ad una velocità di oltre 20 metri al secondo. Poche ore prima della tragedia, Bryant si era congratulato con LeBron James che a Philadelphia lo aveva superato nella classifica dei migliori realizzatori di tutti i tempi della storia Lakers issandosi al terzo posto assoluto della storia dell’Nba. “Grande rispetto per mio fratello King James”, aveva twittato Kobe.

Il 41enne stava accompagnando la figlia, promettente cestista, ad un partita. Oltre alla moglie Vanessa, Bryant lascia tre figlie: Natalia, Bianca e la piccola Capri, nata a giugno. Kobe aveva giocato 20 stagioni nei Lakers, vincendo cinque campionati Nba e 18 titoli All-Star prima di ritirarsi nel 2016. Era stato anche due volte oro olimpico, aiutando l’equipe statunitense delle star Nba a ottenere il titolo nel 2008 a Pechino e nel 2012 a Londra. Nel 2018 aveva anche vinto un Oscar per il film, ‘Dear Basketball’.  Dopo il suo ritiro, nel 2016, i Lakers avevano ritirato entrambe le maglie usate da Kobe Bryant, la 8 e ala 24, un onore mai riservato ad altri giocatori della franchigia californiana.

Il mondo piange il grande campione Il cordoglio è stato unanime, dal mondo dello sport a quello della politica e della cultura. “Questa e’ una notizia terribile”, ha twittato il presidente Donald Trump dopo aver appreso della scomparsa della leggenda del basket che lo aveva più volte criticato affermando che tycoon creava “divisione e rabbia” e ispirava “dissenso e odio”.     “Era una leggenda sul campo” e la morte della figlia Gianna è ancora più straziante”, ha osservato Barack Obama legato a Kobe da una profonda amicizia. Figlio di un ex giocatore dell’Nba, Joe Bryant, Kobe è cresciuto in Italia e parlava fluentemente l’italiano. La cerimonia degli oscar della musica, i Grammy Awards, che si celebra nello Staples Center di Los Angeles dove Bryant ha giocato per 20 anni con i Laker, è stata dedicata al campione scomparso.

Fip dispone un minuto di silenzio su tutti i campi Un minuto di silenzio su “tutti i campi e in ogni categoria nelle gare dell’intera settimana”. E’ quanto ha disposto, in una nota ufficiale, la Federazione Italiana Pallacanestro. “Un piccolo ma sentito e doveroso gesto per onorare la vita e la memoria di Kobe Bryant, campione assoluto che ha sempre avuto nel cuore l’Italia”. Malagò: “Italia in lutto” “Lo sport italiano è in lutto. Kobe Bryant è un figlio dell’Italia, in tutti i sensi.

La sua infanzia è stata qui, crescendo a Rieti, Reggio Emilia e anche a Reggio Calabria, e lui si sentiva anche italiano: per questo il nostro Paese deve ricordarlo in un modo diverso”. Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò commenta la scomparsa del campione della Nba, vittima ieri a Los Angeles di un incidente in elicottero insieme alla figlia Gianna di 13 anni e di altre persone. Sindaco Pistoia: “Un lutto per la città” La morte di Kobe Bryant “è un lutto che ha colpito tutta la città”. Così il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, che aggiunge “è una tragedia la morte a 41 anni di una leggenda del basket, come Kobe Bryant, insieme alla figlia”.

Il campione di basket da giovane era cresciuto a Pistoia.   “Tutta la città è rimasta colpita da questa tragica notizia -ha detto ancora Tomasi – , perché molti della mia generazione,io sono suo coetaneo, hanno giocato a basket con lui, hanno frequentato le scuole con lui, sono usciti con lui, hanno conosciuto il padre che giocava qua. Per noi è un lutto particolare, non è solo il grande campione, non è solo la leggenda, ma è una persona, un ragazzo che ha giocato qui e che ha calcato i nostri campi”.

Omaggio di Kyrgios e Gauff agli Australian Open Omaggio a Kobe Bryant anche agli Australian Open di tennis, dove si gioca l’ottavo di finale tra il campione spagnolo Rafa Nadal e il beniamino locale Nick Kyrgios. Quest’ultimo è sceso in campo per il riscaldamento e per le foto di rito prima del match indossando una maglietta gialla con il n. 8, per ricordare l’analoga divisa indossata a lungo dall’ex campionissimo dei Lakers morto tragicamente ieri sera.

La giovanissima campionessa americana Coco Gauff , molto colpita dalla morte di Bryant, ha invece scritto sulle sue scarpette rosa la dedica ‘Mamba mentality’ e poi ‘riposa in pace’ con inumeri storici del campione americano, l’8 e il 24.  Anche l’altra tennista americana, Cathie McCally, compagna di doppio della Gauff, ha voluto ricordare l’ex atleta, scrivendo ‘Kobe’ sulle scarpe.Sugli spalti della ‘Rod Laver Arena’ di Melbourne si sono visti omaggi alla stella del basket, nel pubblico infatti c’è chi ha indossato la maglietta gialla dei Lakers con il n. 24 del campione.

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