Londra, epidemiologi britannici contro le decisioni di Boris Johnson

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Centinaia di membri della comunità scientifica britannica hanno inviato due lettere aperte al governo del Regno Unito, esprimendo forte preoccupazione per l’approccio scelto contro la diffusione del Coronavirus nel Paese. In una missiva, 198 accademici nell’ambito della matematica e della scienza hanno esortato ad adottare misure urgenti di distanziamento sociale, definendo la strategia governativa che punta allo sviluppo di un’immunità di gregge un’opzione che “non sembra praticabile”. In un’altra lettera, 164 scienziati comportamentali hanno messo in dubbio la tesi di Downing Street secondo la quale se all’opinione pubblica vengono imposte misure drastiche troppo presto, alla fine torneranno al comportamento precedente. Finora il governo britannico si è rifiutato di adottare iniziative sociali,  come la chiusura delle scuole o addirittura la chiusura della nazione come altri Paesi europei, consigliando l’auto-isolamento per chiunque mostri sintomi del Coronavirus. Per il premier britannico, Boris Johnson, provvedimenti contro la diffusione del Coronavirus sono inutili. Per evitare il contagio sarebbe sufficiente lo sviluppo dell’ ‘immunità di gregge’. L’immunità di gregge si ha quando un gran numero di persone sono immunizzate e o vaccinate, nel caso ci sia un vaccino, contro un’infezione. Nel caso dell’attuale virus ancora non c’è un vaccino e quando ci sarà bisognerà valutare l’efficacia del vaccino sulle persone. Se il vaccino funzionerà tutti i vaccinati faranno da barriera alla diffusione del contagio. La ricetta di Boris Johnson è considerata spietata da parte di molti epidemiologici e non in grado di arginare la pandemia. Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute e membro del Comitato di esperti della Protezione Civile, evidenzia come senza vaccino l’immunità non è certa e che nel Regno Unito la decisione presa nel tentativo di bloccare il Coronavirus non è etica. L’esortazione a Johnson è di ascoltare i suoi epidemiologi. “Credo che vedremo prima una terapia più specifica rispetto ad un vaccino. Non è assolutamente etico accettare che si ammalino le persone per creare un’immunità di gregge che peraltro non è neanche sicura; perché si tratta di un virus nuovo e non ci sono ancora conferme scientifiche su una immunità duratura dopo la malattia. Chi è stato contagiato potrebbe anche riprenderlo per quanto si sa al momento”.  Walter Ricciardi, in un’intervista a Repubblica, specifica come : “Il nostro Governo ha recepito tutte le indicazioni della comunità scientifica, cosa che quello inglese non sta facendo. Eppure hanno gli epidemiologi dell’Imperial College London School of Hygiene and Tropical Medicine e di una rivista come Lancet. Sarebbero consiglieri di prim’ordine sul tema sanità pubblica che evidentemente stanno ignorando”. Il Regno Unito, sottolinea Ricciardi, in questo modo “corre il rischio di essere investito in modo più violento rispetto agli altri e soprattutto può diventare diventare l’area che mantiene l’infezione viva e latente, quando gli altri sono già riusciti a contenerla. Diventa così quello che nessuno vorrebbe essere considerato: l’untore del mondo”.

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