Ordine degli infermieri: 4mila contagiati

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Tra gli infermieri “c’è il maggior numero di operatori sanitari positivi al nuovo coronavirus: circa 4mila. Tra gli infermieri c’è chi muore di Covid-19 per assistere ed essere vicino ai pazienti, ma lo fa comunque senza il minimo tentennamento”. Lo afferma Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), sottolineando che 9.448 infermieri hanno risposto “ci sono” alla chiamata della Protezione civile, quasi venti volte di più della richiesta.

Timori burnout – A lanciare l’Sos sono stati gli stessi operatori sanitari, specie nelle zone più colpite dall’epidemia da Coronavirus. Hanno chiesto aiuto per allentare l’angoscia e per cercare di evitare il burnout professionale, per non restare ‘bruciati’ da questa esperienza troppo dolorosa. Così su tutto il territorio nazionale ospedali e asl hanno organizzato servizi di ascolto psicologico in piccoli gruppi, o colloqui individuali per medici e infermieri sotto pressione da settimane. All’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo si tengono due incontri al giorno con psicologi e psichiatri a fine turno. Al Fatebenefratelli-Sacco di Milano il servizio “Sos stress” è dedicato agli operatori in prima linea contro il Covid-19, a Roma l’Asl Rm1 ha attivato una linea telefonica dedicata. “Il rischio burnout per gli operatori sanitari in questo momento supera il 50% delle probabilità. Tutto dipenderà da quanto a lungo durerà l’emergenza. Hanno bisogno di tirare il fiato e tornare a un minimo di continuità esistenziale”, dice Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Salute mentale al Fatebenefratelli-Sacco. “Sono in tanti qui a Bergamo che sollecitano assistenza. Raccontano di quei malati che chiedono aiuto con gli occhi, che ti si affidano completamente, che non riescono a respirare, che non ce la fanno”, racconta Emi Bondi, primario e direttore del Dipartimento di Salute mentale del Papa Giovanni. “Qui ogni infermiere, ogni medico ha dei contagi o dei lutti in famiglia per il Covid-19. Ma vengono a lavorare lo stesso. Come nel caso di una dottoressa di Alzano che nel giro di una settimana ha perso il marito e la madre, ma nonostante tutto torna al suo posto”

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