”Le regole sugli spostamenti non cambiano. La circolare del ministero dell’Interno del 31 marzo si è limitata a chiarire alcuni aspetti interpretativi sulla base di richieste pervenute al Viminale. In particolare, è stato specificato che la possibilità di uscire con i figli minori è consentita a un solo genitore per camminare purché questo avvenga in prossimità della propria abitazione e in occasione di spostamenti motivati da situazioni di necessità o di salute”. Lo precisa una nota del Viminale.
“Non c’è alcun allentamento dei controlli” e la circolare del Viminale si riferisce ai bambini molto piccoli quelli per cui “uscire è una necessità”, non certo “a un 15enne”. Lo chiarisce il viceministro agli Interni e capo politico M5s Vito Crimi a Radio Anch’io su Rai Radio 1. “Deve essere chiaro: non possiamo far pagare quello che sta accadendo ai bambini piccoli” che non possono essere “vittime dell’isolamento”. “In questo momento non dobbiamo parlare di tempi di riapertura ma di stare a casa: c’e’ qualche miglioramento dell’evoluzione dell’epidemia” ma per riaprire “dobbiamo vedere la luce”. aggiunge Crimi e chiarisce: “Per adesso non se ne parla”.
“Pensare a cosa fare dopo” quando il Paese dovrà ripartire “è un’ovvietà – prosegue – . Anche noi stiamo pensando al dopo” ma quello che “non possiamo fare ora è programmare una data per la riapertura”.
“Spero che i cittadini ignorino questa folle, insensata e irresponsabile circolare, che stiano a casa e organizzino giochi con i propri figli”. Lo ha detto l’assessore al Welfare Giulio Gallera in merito al provvedimento del Viminale. Come Lombardia “vedremo se c’è la possibilità di emanare ordinanze che la vanifichino. Lo valuteremo con il presidente Attilio Fontana”, ha aggiunto Gallera, in collegamento con Italia 7 Gold. “Io la revocherei, spero venga revocata – ha aggiunto – . E’ un problema dei messaggi. Il messaggio che dobbiamo dare i cittadini è che la strada è ancora lunga. E’ faticoso ma bisogna resistere, perché di morti ne abbiamo visti troppi, non posiamo da una lato piangerli e dall’altro dare questi messaggi”, ha concluso l’assessore. “Siamo a metà del cammino che dobbiamo compiere, se il virus è rallentato è perché siamo stati in casa con i nostri figli. Se oggi arriva una circolare che dice ognuno può uscire con propri figli, basta che sia a 200 metri da casa, rischiamo di avere tanta gente in giro, come 12 giorni fa, e di vanificare gli sforzi fatti perché il virus non chiede il permesso a nessuno. Dobbiamo stare a casa almeno 15 giorni”, ha concluso l’assessore lombardo.