“Grazie a voi italiani, ma non è finita, chiariamolo, non e’ il tempo dei party e della movida, altrimenti la curva risale”. Così il premier Giuseppe Conte ha risposto, lasciando il Senato, ad un’anziana che lo ringraziava “a nome dell’Italia” per l’impegno di questi mesi. “Abbiamo tolto l’autocertificazione perchè la curva era sotto controllo ma nessuno pensi che sono saltate le regole di precauzione”.
“Abbiamo vinto la prima battaglia col virus e rimesso il paese in sicurezza. L’indice di contagiosità R0 è passato da 3,5-4 a 0,5. Da questo patrimonio ripartiamo” nella Fase 2. Così il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia in audizione alla Commissione Federalismo fiscale della Camera. “Un Paese che si rimette in cammino non poteva che avere Regioni più autonome su cosa riaprire e quando. Abbiamo detto (dal governo, ndr) ‘potete aprire a condizione che’, non ‘dovete riaprire’. Ogni regione si assume la responsabilità di riaprire gradualmente, di riaccendere quello che era stato spento. Potrebbero esserci Regioni, ci sono già, che decidono di riaprire qualche giorno dopo alcune attività. Mi pare saggio. Non vince la fretta, ma la valutazione saggia dei numeri”.
“Uscite di casa, ma indossate le mascherine. Soprattutto in questi primi giorni usate le mascherine”. Così il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, nel corso di una conferenza stampa. Zingaretti ha aggiunto che dai dati emerge che “i nuovi cluster di contagio sono gli ambiti di relazione negli appartamenti e con gli amici”.
Uno spot con le regole da seguire agli ‘happy hour’, ma anche per far capire quali potrebbero essere le conseguenze se non si portano le mascherine e se non si evitano gli assembramenti. Lo ha annunciato il presidente del veneto, Luca Zaia, che già nel passato aveva fatto realizzare uno spot ‘choc’ sulle cosiddette ‘stragi del sabato sera’.
Tornano a salire i contagi con l’incremento dei casi totali che è quasi raddoppiato, passando dai 451 di lunedì – il numero più basso dall’inizio del lockdown – agli 813 di martedì. Un dato su cui pesa sicuramente il maggior numero di tamponi effettuati rispetto al giorno precedente e che rappresenta comunque un monito, tanto che il ministro per le autonomie Francesco Boccia è tornato a ribadire che, in caso la curva riprendesse a salire, si dovrà necessariamente provvedere a nuove chiusure localizzate. Il bollettino quotidiano della Protezione Civile dice che 16 giorni dopo l’avvio della Fase due i casi totali sono saliti a 226.699. Ma quel che conta è l’incremento, doppio rispetto a ieri. Un dato su cui pesano i numeri della Lombardia: su 813 casi, 462 sono nella Regione più colpita, che rispetto a ieri fa segnare anche una risalita delle vittime – 54 nelle ultime 24 ore, mentre lunedì l’incremento era stato di 24 – e degli attualmente positivi: sono 27.291, 218 più di ieri mentre lunedì c’era stato un calo rispetto al giorno precedente di 357 malati. Tutte le regioni restano dunque al momento a rischio ‘basso’, mentre è ‘moderato’ in Lombardia, Molise e Umbria. I dati dei prossimi giorni, che terranno conto anche delle nuove riaperture, diranno se il trend rimarrà quello attuale o se è destinato a risalire. In questo caso, ha ripetuto ancora il governo, si dovranno necessariamente richiudere aree del paese. E mentre il premier Conte mostra cauto ottimismo dicendo che il sacrificio degli italiani ha dato i suoi frutti, si conclude la prima fase di sperimentazione del Vaccino Oxford: stanno bene i 510 volontari.