RICHMOND (VA) – Nel caso in cui Donald Trump dovesse essere incriminato, diventerà il primo ex presidente che ad affrontare un’accusa penale. C’è grande attesa per il verdetto del gran giurì, che presto darà un giudizio definitivo.
Trump risulta indagato dal procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg per 130mila dollari pagati a Stormy Daniels, una attrice porno con cui avrebbe avuto una relazione. L’importo fu pagato dall’avvocato dell’ex presidente Michael Cohen, con il denaro che è stato camuffato sotto forma di spese legali nella contabilità della Trump Organization. Un falso contabile, considerato un reato amministrativo, che però diventa un reato penale se commesso per mascherare una attività criminale.
La polizia vigila e si prepara con le transenne barricate divisorie ai lati delle strade dove sorgono i tribunali e gli uffici giudiziari tra Park Row e Center Street a Manhattan perché il sindaco vuole evitare imprevisti simili al giorno dell’assalto a Capitol Hill a Washington.
Durante la campagna elettorale del 2016 la pornostar Stormy Daniels contattò diversi media offrendo di vendere l’esclusiva su quella che descriveva come una relazione extraconiugale avuta anni prima, mentre Melania era incinta, con l’allora candidato repubblicano. Per comprare il silenzio della donna, che con le sue rivelazioni avrebbe potuto causare uno scandalo, il team di Trump le versò, attraverso Michael Cohen, i 130mila dollari. Il falso contabile che secondo Alvin Bragg sarebbe stato fatto per occultare lo scandalo. Quindi soldi usati come un indiretto illecito finanziamento politico. Un passo questo che ha fatto diventare reato penale il falso della contabilità.
Gli avvocati di Trump hanno indicato che in caso di incriminazione, l’ex presidente seguirà le procedure, assicurando che lascerà la sua residenza a Mar a Lago, in Florida, per costituirsi al tribunale di New York, dove gli saranno prese le impronte digitali e scattata la foto segnaletica. Un evento clamoroso, e senza precedenti, considerate anche le pesanti preoccupazioni per la sicurezza soprattutto dopo che l’ex presidente ha espressamente esortato i suoi sostenitori a “protestare”. Sicuramente l’ex presidente verrà rilasciato su cauzione, con il giudice che potrebbe fissare delle restrizioni ai suoi viaggi in attesa del processo.
Dal punto di vista pratico, l’eventuale arresto potrebbe bloccare la campagna elettorale, anche se secondo molti rafforzerebbe la sua posizione con la base elettorale più estremista repubblicana, destinataria dell’appello alla mobilitazione di sabato scorso. Ma a giudicare dalla reazione della maggioranza dei politici repubblicani una sua condanna sarebbe l’ultima scusa per voltare pagina.
È innegabile che Trump abbia ancora oggi un suo peso politico nel partito, ma questa inchiesta di New York è solo la prima, e anche la più vulnerabile, delle altre inchieste criminali che pendono sull’ex presidente. L’indagine svolta in Georgia per le interferenze elettorali dopo che aveva perso, in cui per tre volte chiede ai responsabili elettorali dello Stato di trovargli i voti o il modo per bloccare la vittoria di Biden è in dirittura d’arrivo. E poi ci sono le due indagini del Procuratore speciale Jack Smith sia sul ruolo dell’ex presidente nel tentativo insurrezionale del 6 gennaio, sia nel tentativo di ribaltare l’esito delle elezioni con i falsi elettori. E poi l’inchiesta per i documenti top secret nascosti nella sua residenza a Mar A Lago. Una pioggia di procedimenti giudiziari ai quali difficilmente un politico può sopravvivere.