Dalle scimmie l’antidoto all’ansia

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La vita di gruppo rappresenta per molti animali la possibilità di ottenere benefici preziosi, come ridurre il rischio di predazione e aumentare la sopravvivenza della prole, ma comporta anche costi quali l’aumento della competizione, che potrebbe generare aggressività e violenza.

Sebbene molti studi abbiano affrontato il problema di come gli animali compensano gli effetti delle aggressioni, molto più difficile è comprendere se e come essi prevengano gli eventuali attacchi e le situazioni di ansia e stress che ne derivano.

Uno studio sui cebi dai cornetti, un gruppo di scimmie sudamericane, condotto di recente presso l’Unità di primatologia dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Istc-Cnr), coordinata da Elisabetta Visalberghi, ha dimostrato la capacità dei cebi di adottare strategie tese a evitare situazioni conflittuali.

“Abbiamo verificato che l’imminente arrivo del pasto, distribuito ogni giorno alla stessa ora, nei cebi aumentava significativamente il tasso di grooming (lo strigliamento del pelo): un comportamento che per molte scimmie ha una valenza sociale fondamentale”, spiega Eugenia Polizzi di Sorrentino, dottoranda Istc-Cnr e autrice dello studio pubblicato su Animal Behaviour assieme a Gabriele Schino, associato Istc-Cnr, e Filippo Aureli della Liverpool John Moores University.

“In questo caso, fare grooming nella mezz’ora precedente, aumentava la tolleranza e diminuiva le aggressioni al momento della spartizione del cibo”.Il grooming utilizzato come strumento di prevenzione del conflitto era finora osservato quasi esclusivamente nelle scimmie antropomorfe e si supponeva fosse legato alla capacità di pianificazione di eventi futuri. Poiché i cebi presumibilmente non hanno capacità cognitive così avanzate, lo studio indica come non sia necessario ricondurre meccanismi di prevenzione del conflitto a strategie così raffinate.

“Nonostante l’efficacia del grooming nel diminuire il rischio di future aggressioni, i cebi non selezionavano gli individui più appropriati da strigliare come, ad esempio, quelli più aggressivi”, prosegue la ricercatrice. “Siamo probabilmente di fronte ad un effetto da ‘notte prima degli esami’ dove i cebi sembrano reagire all’ansia un po’ come gli studenti prima di una prova difficile”.

In effetti, la capacità di gestire situazioni conflittuali è importante per qualunque animale che viva in gruppo, non solo per le scimmie. “Un esempio di grooming antistress per l’uomo, potrebbe essere il ‘chiacchiericcio’ in ascensore sul tempo o una tranquilla conversazione tra docente e studente per stemperare la preoccupazione dell’esame”, conclude Eugenia Polizzi di Sorrentino. “Questo studio dunque ci permette di corroborare il valore adattativo che strategie di questo genere hanno per la vita di gruppo di molte specie di animali, limitando i rischi imposti dalla competizione e promuovendo così i benefici associati alla vita di gruppo”.

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