I tetti di spesa per i libri delle classi prime delle superiori sono sostanzialmente rispettati.
È quanto emerge dal confronto tra le liste dei testi pubblicate sui siti delle scuole e il decreto ministeriale numero 43 del 10 maggio, che fissa la spesa massima per ogni indirizzo di studi.
Licei e tecnici ne escono bene, con pochi casi di sforamento (al Buonarroti indirizzo scienze applicate, al Carducci indirizzo scienze umane, al Pacinotti e al Da Vinci) peraltro trascurabile (dai 2 ai 4 euro).
L’unico caso di surplus consistente – 40 euro – è quello del Gambacorti, sede distaccata del tecnico Santoni per l’indirizzo “Servizi socio-sanitari”.
Particolarmente virtuosi invece la sede pisana dell’artistico Russoli e l’alberghiero Matteotti, ben al di sotto del tetto ministeriale.
Quanto alla spesa massima e minima in assoluto, i libri per un neo iscritto al linguistico Carducci vengono a costare in media 106 euro in più dei 220 dell’indirizzo servizi commerciali del Matteotti.
Attenzione però alle oscillazioni: nel calcolo della media non vengono presi in considerazione i testi di religione, dato che si può scegliere di non avvalersi dell’insegnamento, e tutti i libri che nelle liste figurano come “consigliati”.
Tra questi i costosissimi vocabolari, pressoché indispensabili per uno studente di greco e latino o di lingue straniere.