Bishkek – Li hanno lasciati soli.
Perché Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono ancora in India, rischiando la pena di morte, se le ragioni del governo italiano sono legittime?
E’ stato fatto tutto, proprio tutto, per riportare a casa i due marò?
“Oggi abbiamo preso una iniziativa molto forte e decisa per uscire dall’impasse in cui è la situazione dei maro’ in India”. Lo ha annunciato oggi l’inviato del governo a New Delhi Staffan de Mistura. Senza scendere nei particolari, ha precisato che si tratta di un’iniziativa con valenza giuridica e politica. De Mistura non ha voluto però specificare di quale iniziativa si tratti.
“Posso dire però – ha aggiunto Mistura – che essa riguarda sia il ritardo inaudito che le indagini ed il processo hanno accumulato sia l’inaccettabile e possibile utilizzazione del SUA Act che automaticamente implica l’utilizzazione della pena di morte”.
Nel mese di novembre Mistura la pensava in maniera diversa.
“Adesso la posizione di Latorre e Girone è stata ancor più chiarita”. Con queste parole Staffan De Mistura, inviato del governo italiano, commentò l’interrogatorio a cui sono stati sottoposti dalla polizia indiana i quattro fucilieri, Renato Voglino, Massimo Andronico, Antonio Fontana e Alessandro Conte, che il 14 febbraio 2012 si trovavano sulla petroliera Enrica Lexie con l’accusa di aver sparato e ucciso due pescatori al largo delle coste dello Stato indiano del Kerala.
I quattro fucilieri accompagnati da De Mistura e Carlo Sica, l’avvocato dello Stato che segue i legali indiani di Latorre e Girone – furono ascoltati singolarmente in videoconferenza nell’ambasciata di New Delhi a Roma.
De Mistura, di “una escussione dei quattro fucilieri di Marina che noi volevamo che avvenisse perché sono testimoni della difesa e perché questo è l’ultimo tassello prima di chiudere le indagini suppletive. Indagini che volevamo che avvenissero affinché fossimo nelle condizioni di difendere al massimo i due fucilieri di Marina Latorre e Girone. Noi ci sentiamo sicuri di saper come andare avanti, perché la loro posizione è chiara ed è stata ancor più chiarita oggi”.
La National Investigation Agency indiana volle ascoltare i quattro fucilieri dopo che le perizie balistiche hanno rivelato che i proiettili ritrovati nei corpi dei due pescatori sono compatibili con le armi di altri due sottufficiali, non con i fucili Beretta in dotazione a Girone e Latorre. Quindi furono altri a sparare come è scritto sin dal maggio del 2012 nel rapporto sommario redatto da un ammiraglio della Marina Militare.
La Nia è stata incaricata di ricostruire la vicenda dal giudice speciale individuato dalla Corte suprema indiana, dopo che la stessa Corte suprema aveva ritenuto non valido il procedimento giudiziario avviato a suo tempo dalla polizia e dai giudici del Kerala.
Noi cercammo con un’intervista, annunciata ad agosto nel corso di una cena a Londra a bordo della Nave Scuola Vespucci, di mettere acqua sul fuoco e portare segnali di distensione tra Italia e India.
Inviammo il 24 ottobre 5 domande all’Ufficio Difesa dell’Ambasciata di Londra.
Da allora, nonostante qualche colloquio informale (durante il ricevimento del 4 novembre in Ambasciata a Londra in occasione della Festa delle Forza Armate), nessuna riposta.
Perché? Perchè non rispondere a 5 semplici domande?
Ecco il testo dalla e-mail:
October 24, 2013 8:42 am
To: segr_dif@difeitalia.co.uk
Per l’Ammiraglio Dario Giacomin,
Buongiorno, la redazione di Italynews Newspaper desidera pubblicare un servizio, che sarà visibile su www.italynews.org.uk e italynews.it, per illustare il ruolo degli uffici della difesa presso le ambasciate italiane nel mondo ed in particolar modo riguardante quella di Londra relativamente alla Marina e le tematiche legate al fenomeno della pirateria.
Sono 5 domande che il lettore medio dei nostri giornali vorrebbe fare e noi crediamo che le risposte possano essere molto gradite.
Eccole domande:
– Londra è la capitale da secoli della marineria mondiale. Si può descrivere il ruolo dell’Ufficio della Difesa dell’Ambasciata d’Italia nella capitale britannica.
– Sui media non si legge più di pirateria un fenomeno scomparso veramente o ……
– E’ la stessa pirateria conosciuta tramite i romanzi di marineria?
– Quale è il ruolo internazionale dell’Italia nel contrasto a questo fenomeno?
– Quale futuro per la sicurezza dei collegamento marittimi internazionali?
– Una semplice domanda sul problema dei due marò in carcere in India. Questa vicenda ha modificato l’atteggiamento nella protezione delle navi mercantili che battono bandiera italiana e nei rapporti con gli Stati interessati?
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La ringrazio anticipataemnte per quello che potrà essere fatto, e Le auguro una buona giornata
Riccardo Cacelli
Managing Director Italynews Newspaper
Oggi il muro di comunicazione sembra molto alto.
“Il caso in cui sono coinvolti i marò è una vicenda sub-judice che il governo non intende commentare”, ha ribadito questa mattina il portavoce del ministero degli Esteri Syed Akbaruddin.
Cosa si nasconde dietro?
Cosa non sappiamo?
E se i due marinai erano solo esecutori di un’ordine, e lo erano, i loro superiori, militari e politici, non si sentono in dovere di considerarsi anche loro sotto accusa e quindi consegnarsi alle autorità indiane?
L’onore signori!
L’onore non si insegna solo, lo si dimostra con i fatti!
L’onore è nel dna di una persona.
L’onore non è una medaglia alla carriera da mostrare!
L’onore si conquista, si guadagna e si perde sul campo.
E questo è un campo.
Riccardo Cacelli
Succede solo a noi, …all’Italia. Quando mai abbiamo visto, per esempio, soldati americani inviati all’estero per un processo. Vogliamo parlare delle 20 vittime per la Strage del Cermis? Tra l’altro TUTTO pagato, alla fine, dal Comune di Trento. Come si sono sognati i “politici” (mezze calzette) italiani di ritornare i Maro’ in India? Il governo italiano ha pagato le famiglie delle vittime, tra l’altro. Certo, questo non compensa per la loro perdita ma, nella disgrazia, ora si possono permettere di fare i signori. I Maro’ erano in acque internazionli per difendere navi mercantili contro la pirateria. Hanno fatto il loro lavoro. In queste circostanze, si potrebbe parlare di “fuoco amico”. Solo ieri, un Drone americano ha ucciso un civile tedesco in Afganistan. Un caso su 100,000 – e chi paga? Chi va al processo? Com’e’ che l’Italia manca, sempre, di serieta’, di midollo spinale? E poi ci sono quelli che vogliono uscire dall’Euro come se, nazione industriale e economica (allo sfascio) un tale cambiamente farebbe una grossa differenza per la nostra presenza sul settore economico mondiale.