L’Italia dei Diritti interviene duramente sul caso Fondi

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“Sembrerebbe tutto sistemato ma in realtà non è affatto così. Tutti i cittadini fondani che hanno subito questa situazione di illegalità per quasi un anno sono stati ingannati dalle decisioni del governo che ha di fatto avallato tali illeciti, ignorando le due relazioni del prefetto Bruno Frattasi. Infatti, la cosa più grave è che in questo modo si elude il fatto più importante riguardante le collusioni mafiose di un’amministrazione disonesta, che si dimette per evitare un commisariamento speciale”. A parlare è il vicepresidente dell’Italia dei Diritti Roberto Soldà che esprime tutto il suo sdegno sulla complessa vicenda del comune di Fondi. Le dimissioni di massa del sindaco e della giunta hanno avuto come conseguenza l’impossibilità che il comune possa venire commissariato per infiltrazioni mafiose, in quanto la legge sulla sicurezza prevede che in tali casi di collusioni con la criminalità organizzata i responsabili non possano più candidarsi e che le elezioni si debbano tenere nel periodo tra 12 e 18 mesi successivi allo scioglimento. Al contrario, se il comune viene commissariato per le dimissioni della maggioranza dei consiglieri, come accaduto a Fondi, l’iter per le nuove elezioni segue un percorso legislativo completamente diverso, dando inoltre la possibilità ai componenti della giunta appena sciolta di candidarsi nuovamente per le prossime elezioni amministrative.

Sulla questione interviene anche Camelia Di Marcantonio, responsabile dell’Italia dei Diritti per la provincia di Latina, la quale rileva: “Esiste una sentenza del Consiglio di Stato, la N.1222/2007, emessa per un caso analogo a quello di Fondi, in cui si dichiarano infondati i motivi di scioglimento del comune di Volla (Napoli). In pratica si riconosce come illegittimo l’espediente delle dimissioni di massa della giunta comunale. Perciò, auspico che gli avvocati del Comitato antimafia provvederanno a presentare ricorso al Tar affinché si applichi la stessa disposizione anche al comune di Fondi. È scandaloso – conclude indignata la Di Marcantonio – che poche ore prima di dimettersi il sindaco Parisella abbia pensato bene di premiare anche tre dirigenti che, nello corso mese di luglio, erano stati arrestati dall’antimafia di Roma. Le somme annue della cosiddetta «retribuzione diposizione» da corrispondere ai dirigenti, ora sono passate da 175 mila euro a quasi 260 mila. Pur a fronte di una penosa situazione dei bilanci del comune di Fondi”.

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